Più bella, più sicura e tecnologica | La Cattedrale rinnova il suo look - Live Sicilia

Più bella, più sicura e tecnologica | La Cattedrale rinnova il suo look

A maggio al via il restyling delle coperture. Due milioni il costo dei lavori che dureranno un anno

PALERMO – Rafforzata, tecnologica, tirata a lucido e sempre aperta al pubblico: così sarà la Cattedrale di Palermo durante e dopo il massiccio restauro delle coperture. Ad annunciarlo sono gli autori del progetto da 2 milioni di euro, finanziato congiuntamente dai ministeri dei Beni culturali e delle Infrastrutture, e inserito nella Legge di Stabilità 2016. Dopo indiscrezioni e work in progress, ora ci sono i tempi dell’opera di restyling: l’appalto è all’orizzonte, e i lavori partiranno nel mese di maggio e dureranno almeno un anno, per quello che, stando alla memoria degli esperti coinvolti, è il primo progetto sulla Cattedrale a unire più enti dagli anni ’50 a oggi.

Il restyling strutturale e architettonico non stravolgerà uno dei monumenti simbolo del capoluogo siciliano, ma lo renderà più sicuro, bello e uniforme. Lo assicurano Giulio Verro, funzionario tecnico del Provveditorato opere pubbliche Sicilia e Calabria, sede di Palermo, il progettista Maurizio Rotolo, lo strutturista Salvatore Oddo, e il consulente nominato dal Provveditorato Mario Di Paola. Una sinergia di competenze e responsabilità ha permesso di venire a capo di un’opera complessa che coinvolge diversi elementi della Cattedrale, tra cui l’ormai famoso camminamento sui tetti che a più riprese ospita i turisti e i curiosi locali regalando una suggestiva vista di Palermo. Parte della passerella infatti poggia sulla prima capriata del soffitto, considerata sofferente già negli anni scorsi, su cui l’ingegnere Francesca Buscemi aveva montato una struttura in acciaio classificata come opera urgente dalla Soprintendenza dei Beni culturali della Regione Siciliana. Ora verrà smontata per poter rimettere in sesto la capriata, ma non senza prima rimuovere una parte di tetto e, di conseguenza, del camminamento.

Invisibile agli occhi dei visitatori poiché nascosto dalla volta, ben più recente, il soffitto della Cattedrale stava lentamente ‘morendo’. Gli ultimi interventi consistenti effettuati sulle capriate sono datati secoli, e il pool di esperti ha potuto constatare uno stato di degrado preoccupante; così è stato predisposto un sistema di innalzamento delle capriate per tenerle sollevate mentre si procederà a sostituire i vecchi e inadeguati ‘dormienti’, elementi su cui poggiano le capriate. “Questo consentirà che, se mai si rovinerà qualcosa, sarà il dormiente e non il legno delle capriate” – spiega Verro –. “Abbiamo allungato e garantito la vita del soffitto di cent’anni”. Rotolo ha grandi programmi per ridare lustro alla bellezza arabo-normanna della Cattedrale: “Il lavoro architettonico ha coinvolto tutti i materiali – spiega – e la Cattedrale tornerà a essere di colore bianco. Inoltre sulle navate laterali, tra il ‘700 e l’800, Ferdinando Fuga inserì delle cupolette rivestite da ‘scandole’, scaglie: in altri campanili sono montati una vicina all’altra, ma qui c’è uno strato di malta che dà l’effetto delle squame di un pesce in movimento. Tenteremo il più possibile di restaurarle in sito e con l’intenzione di indire visite a cantiere aperto: sopra il portico c’è un ambiente enorme, e lì faremmo il restauro pittorico perché vorremmo fosse visibile”.

È lecito chiedersi se i lavori impediranno di visitare la Cattedrale, in un periodo dell’anno cruciale per il turismo come quello che anticipa l’estate. La risposta arriva dalla tecnologia: “Avremo a disposizione elevatori cingolati per poter entrare e uscire dall’edificio – rassicura Verro – e di una copertura mobile per la parte di tetto da rimuovere. La chiesa non verrà chiusa”. Hi-tech anche il piano di manutenzione, che vedrà l’utilizzo dei cosiddetti Smart point, o ‘etichette elettroniche’: chip a prova di hacker, dal diametro di pochi millimetri, che memorizzeranno tutti gli aspetti del lavoro svolto perché ne rimangano tracce digitali nel tempo. “Basterà uno smartphone – dice Verro – perché i ‘prossimi noi’ un giorno possano subito capire cosa gli abbiamo lasciato”. Il progetto aveva mostrato un’anima tecnologica già dalle battute iniziali: “Abbiamo dato incarico al dipartimento di Architettura di fare rilievi con sofisticati scanner laser – racconta Verro riferendosi alle prime fasi – così da avere, a dicembre 2018, una fotografia perfetta dell’intera Cattedrale. Abbiamo scoperto di tutto, grazie a questi interventi avanzatissimi e all’uso di microcamere. La cosa più innovativa è che le misurazioni al laser sono fedelissime e si possono replicare direttamente in ufficio, tramite un software”. Il maxi restauro è stato raccontato in ogni dettaglio in un volume illustrato ormai prossimo all’uscita, realizzato dal Provveditorato opere pubbliche ed edito da Panastudio.

La Cattedrale ha dovuto fare i conti anche con ‘agenti esterni’ invisibili e inaspettati: “Tra le nostre preoccupazioni, poi fondate, sono stati riscontrati degli attacchi di termiti al legno delle capriate”, racconta Verro. “Ci siamo rivolti all’Università di Palermo per uno studio del dipartimento di Agraria su capriate, centine e volte. Come Provveditorato non abbiamo competenze in questi restauri – prosegue – ma tramite la collaborazione dell’Università e del provveditore alle opere pubbliche Donato Carlea, professore proprio di Restauro conservativo alla Sapienza, abbiamo partecipato a qualcosa di unico”. Di collaborazione e lavoro di squadra parla anche Di Paola: “La Soprintendente Lina Bellanca e l’architetto Guido Meli sono stati collaborativi al massimo. Solo con il lavoro di gruppo di Università, Sovrintendenza, Provveditorato e liberi professionisti, si è potuto arrivare fino in fondo”.


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