CATANIA. “Tanta gente senza casa, tante case senza gente”. Nessun gioco di parole, ma un dramma di cui forse si ha scarsa consapevolezza che attanaglia la città. Si è parlato di emergenza abitativa ieri sera nel corso di un’assemblea pubblica nella sede di Città Insieme, con Calogero Punturo, Direttore generale IACP Catania, Antonio Iannizzotto, responsabile Ufficio Casa del Comune di Catania, Giusy Milazzo, Segretaria provinciale SUNIA Catania, Padre Mario Sirica, Direttore della “Locanda del Samaritano” e Angelo Villari, Assessore al Welfare del Comune di Catania. Un’attenta indagine condotta da Cittàinsieme che mette a fuoco una marea di problemi in attesa di una risoluzione: sono circa 5000 le famiglie che attendono da anni una casa popolare, tenendo conto che a Catania sarebbero presenti circa 5666 abitazioni, di cui 2900 gestite dall’IACP e le restanti 2300 abitazioni di proprietà del Comune; la povertà che ha costretto numerose famiglie ad abbondare gli immobili perchè sotto sfratto; case e palazzi, specie a Librino, fatiscenti che versano nel totale degrado in cui non vengono effettuati lavori di manutenzione da anni; preoccupante anche il numero di edifici attualmente inutilizzati che potrebbero invece essere messi a disposizione di chi non ha una dimora; per non parlare poi dell’abusivismo e della piaga del mercato nero sugli affitti e compravendita di case popolari.
Ma a dare subito un’idea sul reale stato delle cose è Padre Sirica, direttore della ‘Locanda del Samaritano’, una struttura che si trova in via San Giuliano, suddivisa in due dormitori, un ricovero e mini appartamento maschile, per un totale di circa ottanta posti letto. Ogni giorno Padre Sirica tocca con mano il dramma di chi non ha una casa e si rivolge alla sua struttura per non dormire sul ciglio della strada. “Sperimentiamo ogni giorno – racconta – il grido della disperazione dei poveri. Le persone che vengono a bussare alla nostra porta sono di tutte le età, l’anziano, le famiglie in cui il padre ha perso il lavoro e uomini separati”.
Secondo l’indagine gli ultimi bandi per l’assegnazione di un’abitazione pubblica sono stati emanati negli anni 2000, ’02, ’06, ’09 e 2015. Le famiglie aventi diritto che risultano tutt’oggi ancora in graduatoria sarebbero circa 3800. Tra i dati riportati salta subito all’occhio un calo significativo negli ultimi anni delle domandine di richiesta di case popolari: nel 2011 si registravano ben 3450 istanze mentre nel 2014 solo mille. “Il calo – spiegano – è dovuto non certamente al fatto che molte di queste persone abbiano trovato una casa a loro spese, ma al contrario è un chiaro indice di scoraggiamento”.
Gli ultimi alloggi realizzati e consegnati all’amministrazione dall’IACP nel 2007 sono stati 60 e 144 riservati a lavoratori dipendenti. Mentre nel 2012 e 2013 il Comune ha realizzato 36 alloggi per l’emergenza e altri 64 nel 2014. A Librino al palazzo di cemento è prevista la realizzazione di 98 alloggi in social housing ( finanziamento nazionale di 13 milioni di euro del piano città). Ancora da ristrutturare ci sarebbero 144 alloggi di proprietà dell’IACP sempre a Librino. “ Stiamo cercando di rispettare i nostri impegni. – dichiara Calogero Punturo, direttore generale IACP, – Innanzitutto provando a tutelare quello che gia c’è. L’IACP in totale tra Catania e provincia, è proprietaria di circa nove mila alloggi, i cui inquilini non sono in buone situazioni economiche”. Punturo è subentrato alla direzione dell’IACP da circa un anno. “Ritengo – prosegue – che questo ente negli ultimi anni sia stato del tutto abbandonato sia da un punto di vista politico che istituzionale. Al momento sembrerebbe esserci una buona interlocuzione con le varie forze in campo”. Tra i primi intenti dunque la manutenzione. “ Siamo coscienti dello stato in cui versano molti edifici a Catania. Al momento sono già state indette sei gare di manutenzione per un importo complessivo di un milione e mezzo di euro. Stiamo poi cercando di intervenire per allestire soluzioni di ricovero temporaneo – aggiunge Punturo – in caso di particolari frangenti in cui è necessario lo sgombero”.
Ma tra le questioni da affrontare quanto prima c’è l’occupazione abusiva. Sarebbero circa due mila a Catania le famiglie che avrebbero occupato abusivamente gli alloggi senza versare il contributo e senza che queste abbiano effettivamente il bisogno di una casa popolare. “La legge senatoria del 2001 prevede che tutti coloro i quali hanno occupato abusivamente un alloggio dopo quella data non hanno più la possibilità di sanare. Abbiamo a tal proposito già fatto determinati interventi per ripristinare la trasparenza e la legalità in questo settore. Se sarà il caso – conclude Punturo – si procederà anche mediante interventi coattivi”.
Ma all’abusivismo si somma il mercato illegale delle case popolari. Pare che siano in molti gli assegnatari “furbetti”, i quali, non avendo più una reale necessità di vivere in una casa popolare, la affittino a terze persone senza averne il diritto. “E’ una denuncia che Il Sunia fa da anni. Assegnatari rivendono le case come se fossero loro. Molte volte si sono rivolti al nostro sindacato persone, che totalmente ignare, si ritrovavano ad occupare abusivamente case perché tratte in inganno da questi soggetti che si comportano come se fossero i proprietari. Occorre poi far sgomberare tutte gli alloggi occupati illegalmente da chi non ha il titolo e spesso neanche il reale bisogno per starci. Ci sono davvero troppi problemi. Senza contare tutto il patrimonio pubblico inutilizzato. A nostro avviso dovrebbe essere quanto prima studiato un nuovo piano – conclude Giusy Milazzo – per l’edilizia popolare”.
Ma le risposte da parte dell’amministrazione comunale in merito agli interventi finalizzati a far fronte all’emergenza abitativa sarebbero attualmente in studio. “L’emergenza – spiega l’assessore al Welfare, Angelo Villari – è talmente grave che non incrocia la disponibilità reale degli immobili di proprietà del Comune. Detto questo, stiamo cercando di mettere in campo tre iniziative: aprire uno sportello unico per l’emergenza abitativa a cui i cittadini possano rivolgersi per orientarsi ( che non sarà operativo prima di settembre); stiamo poi lavorando – continua – con la prefettura per contrastare l’abusivismo: la casa popolare spetta a chi ne ha veramente il diritto e bisogno, gli altri devono uscire dagli alloggi. Questo è un appello che continueremo a lanciare; Procederemo anche con un censimento per avere un quadro generale delle abitazioni da utilizzare ai fini o dell’housing sociale o ancora meglio come alloggi d’emergenza. Puntiamo a ottenere le risorse europee – aggiunge. Il comune poi dispone un piccolo contributo di 250 euro al mese per chi affitta una casa a chi ha subito un sfratto, ma spesso questa misura non viene utilizzata perché i padroni di casa – conclude Villari – non regolarizzano i contratti d’affitto”. “Siamo – afferma invece Iannizzotto, responsabile Ufficio casa Comune Catania – in attesa di avere a disposizione altri alloggi per luglio 2016, fino ad allora sarà ancora un pò dura”.