ROMA – Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti è sulle barricate: vuole difendersi fino all’ultimo dalle accuse che potrebbero portarlo fuori dal Movimento 5 Stelle, per dimostrare, se non al direttorio e allo staff almeno agli elettori, di non meritare di essere messo alla porta. E lancia la sfida al direttorio a un confronto diretto: “Ho sentito di parlamentari che vorrebbero un’assemblea interna per discutere, io sono disponibile anche in quel caso al confronto, a portare la mia voce e i miei documenti e le cose che abbiamo fatto. Anche in diretta streaming”, ha detto al Tg1.
Dopo gli ultimi movimentati giorni (la notizia dell’indagine per le nomine al teatro Regio, accuse e solidarietà culminate con la ‘sospensione’ via blog dal M5s, epilogo di anni di rapporti tesi) il sindaco di Parma e la sua squadra stanno lavorando su vari fronti, con obiettivi di breve e di lungo periodo. Intanto Pizzarotti vuole preparare al meglio i prossimi dieci giorni: con i suoi collaboratori sta lavorando al ‘dossier’ che vuole presentare per respingere le accuse arrivare via mail.
Se il direttorio accetta la sfida anche in un’assemblea in diretta streaming. Poi vuole serrare i ranghi fra i suoi: per evitare che pressioni romane o genovesi facciano vacillare quella granitica compattezza che finora ha dimostrato il gruppo consiliare nel seguire la linea del sindaco, soprattutto in vista del prossimo consiglio comunale, convocato per il 24 maggio, nel quale il Pd ha chiesto di verificare la sussistenza della maggioranza. Tutto per far passare due messaggi: il primo lo ha sintetizzato il capogruppo del M5s in Comune a Parma Marco Bosi, uno dei più stretti e fidati collaboratori di Pizzarotti: “Noi siamo nel Movimento 5 Stelle ed è il Movimento che ci interessa”. L’altro è quello di mettere l’interesse della città avanti a tutto. “Io – ha scritto su Facebook in un post nel quale allude alle accuse mossegli da Alessandro Di Battista – i miei concittadini li porto tutti nel cuore, è il loro benessere il mio primo pensiero quando mi alzo e l’ultimo quando vado a riposare. Sono cose che tu non puoi nemmeno capire”.
Anche se Pizzarotti vuol condurre la sua difesa fino alla fine prima di arrivare all’espulsione (secondo le regole del Movimento mancano ancora otto giorni), nel suo entourage le speranze di far cambiare idea ai vertici del Movimento, costringendo staff e direttorio ad una secca sconfitta, non sono moltissime. E così si comincia già a pensare anche alla road map dei prossimi mesi. Smentita l’ipotesi di una convention con critici e delusi del movimento (“E’ una stupidata”, ha detto il sindaco al Tg1), il traguardo sono le elezioni amministrative dell’anno prossimo. Pizzarotti nel Pd ha molti fan, ma l’idea di farne un candidato di centrosinistra pare un’ipotesi quantomeno spericolata anche ai più fantasiosi. Ma se il M5s dovesse espellerlo, il tentativo di conquistare nel 2017, dopo un anno di governo ‘autonomo’, un secondo mandato senza forze politiche nazionali alle spalle potrebbe sì, a quel punto, fare da base per un esperimento capace di assumere rilevanza nazionale.
(ANSA)