Pizzicato con cocaina in tasca: nel 2013 esattore del pizzo di Cosa nostra - Live Sicilia

Pizzicato con cocaina in tasca: nel 2013 esattore del pizzo di Cosa nostra

Orazio Papale qualche anno fa è finito in manette dopo le rivelazioni del super pentito Santo La Causa.

CATANIA – I “Lupi” qualche giorno fa lo hanno pizzicato ai “Cappuccini” con un duecento grammi di cocaina in pietra nelle tasche. Orazio Papale è una vecchia conoscenza dei carabinieri. Ma non per droga. 

Nel 2013 il suo peggiore incubo aveva un nome e cognome. Santo La Causa, l’ex reggente di Cosa nostra che con il suo pentimento ha scatenato un vero e proprio terremoto nella mafia catanese, ha dato l’input investigativo per il blitz antiestorsione in cui è finito in manette. Insieme a lui finirono in cella anche Angelo Mirabile (‘u poccu) – ritenuto all’epoca il capo del gruppo del Villaggio Sant’Agata (roccaforte storica di Santo Battaglia) – e Davide Seminara, che qualche anno dopo diventerà collaboratore di giustizia.

Papale avrebbe avuto il ruolo di “esattore del pizzo”. Il titolare di un rinomato bar di Librino versava 200 euro al mese nelle casse di Cosa nostra catanese. Quegli arresti sono finiti nei faldoni della maxi inchiesta Fiori Bianchi che otto anni fa colpì duramente l’organigramma militare della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano. Ma non era la prima volta che Papale finiva nei guai. I militari scrivono che il suo nome era finito anche nelle carte della (vecchia) operazione Orione. Dal Villaggio Sant’Agata ai Cappuccini. Dalle estorsioni alla droga. Ora c’è da capire – saranno le indagini a chiarirlo – se la ‘nuova attività’ di Papale sia ‘autonoma’ o collegata agli ambienti della criminalità organizzata. 

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