Pdl, Pid e le polemiche senza fine | Caronia verso la censura - Live Sicilia

Pdl, Pid e le polemiche senza fine | Caronia verso la censura

Il Comune di Palermo
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La velenosa polemica fra il vicesindaco Marianna Caronia, del Pid, e il capogruppo del Pdl a Sala delle Lapidi, Giulio Tantillo, che sembrava in un primo momento chiusa e archiviata, rischia di avere un ultimo colpo di coda che potrebbe mandare in frantumi il centrodestra e creare nuovi guai per il primo cittadino Diego Cammarata.

Nel centrosinistra, infatti, si sta vagliando l’ipotesi di presentare una mozione di censura nei confronti della Caronia per le parole non proprio concilianti pronunciate contro l’Aula nello scontro con il Pdl. Una mossa che, secondo i ben informati, potrebbe trovare più di una sponda proprio nel gruppo dei berlusconiani che sarebbero pronti a far passare la mozione evitando ostruzionismi.

La voce, che circola insistentemente in queste ore, ha subito messo in guardia il Pid starebbe provando a disinnescare la cosa sul nascere, senza troppa fortuna. Lo scontro fra la Caronia da un lato e Tantillo dall’altro (che aveva poi coinvolto anche il presidente del consiglio Alberto Campagna, anche lui in quota Pdl) era stato provocato dalla mancata presentazione, in bilancio, di un emendamento da 800.000 euro che sarebbe servito per la videosorveglianza delle discariche abusive e dallo stralcio, dall’emendamento tecnico, di progetti cofinanziati dal ministero per l’Ambiente pari a 11 milioni che andavano dal potenziamento del car sharing per l’Amat all’acquisto di auto elettriche, passando per le telecamere delle Ztl.

La Caronia aveva accusato i due esponenti berlusconiani di aver bloccato i provvedimenti, parlando di atteggiamento “criminoso” e chiamando in causa l’intero consiglio, mentre Tantillo e Campagna si erano difesi invitando il vicesindaco a una maggiore presenza in Aula. Uno scontro durissimo che aveva visto anche l’intervenuto anche del primo cittadino, Diego Cammarata, a fianco della collega di giunta ma che, dopo un giro di “riservate”, sembrava essersi chiuso.

La mozione di censura, a norma di Regolamento, sul piano tecnico non comporta alcunché. Anche se venisse approvata dall’Aula, la Caronia non sarebbe costretta alle dimissioni né decadrebbe, ma segnerebbe un punto di non ritorno nei già precari equilibri di maggioranza fra Pdl e Pid e innescherebbe reazioni a catena imprevedibili a meno di un anno dalle elezioni.


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