Polemica sulla bandiera| Il vessillo viene spostato - Live Sicilia

Polemica sulla bandiera| Il vessillo viene spostato

Palazzo delle Aquile. La Lega all'attacco dell'amministrazione sul simbolo Lgbt.

PALERMO – La bandiera della discordia alla fine è stata spostata. L’ultimo duello tra l’aministrazione Orlando e i leghisti palermitani, infatti, ha avuto come oggetto del contendere una bandiera. Quella esposta sul pennone del municipio e poi spostata altrove. “Da esponenti della Lega e da cittadini siamo fortemente contro ogni forma di fobia e di violenza (omofobia, transfobia ed eterofobia), come del resto lo è la Lega nei suoi principi fondanti – affermano il capogruppo della lega al Palazzo delle aquile Igor Gelarda e il commissario provinciale Antonio Triolo -. Ed è massimo il nostro rispetto per la giornata contro la violenza sui trans che si è appena celebrata. Tuttavia e intollerabile e contravviene ad ogni regola, che il sindaco di Palermo abbia potuto autorizzare l esposizione della bandiera transgender sulle aste delle bandiere ufficiali di Palazzo delle Aquile. Dove si possono esporre solo bandiere ufficiali. Per questa ragione, avvertiti da alcuni cittadini abbiamo chiesto che la bandiera venisse posta altrove. Cosa che è avvenuto poco dopo il nostro intervento, e la bandiera è stata posta su di un balcone, ripristinando di fatto quella che era la norma”, continuano Triolo e Gelarda “.

La bandiera è stata esposta perché in questi giorni si celebra la Giornata mondiale delle vittime di violenza di genere. Il Comune come ogni anno partecipa ed espone la bandiera arcobaleno del movimento Lgbt.

“L’esposizione della bandiera del Movimento transgender sulle aste – continuano i due esponenti della Lega – non è altro che l’ennesima forzatura fatta da chi affronta le tematiche da un punto di vista strettamente ideologico, di chi vuole imporre visioni del mondo e non risolvere problemi. A costo di violare norme e protocolli. Ricordiamo le esibizioni del sindaco Orlando in boa di piume di struzzo rosa durante le conferenze stampa del gay pride ma anche i suoi comunicati contro Matteo Salvini o i proclami il favore della cancellazione delle frontiere. Tutti argomenti che nulla hanno a che fare con il ruolo per cui è retribuito dalla collettività. Ci chiediamo se i palermitani abbiano votato il sindaco per esibire i simboli di scelte ideologiche o per amministrare la città di Palermo, cosa che continua a non fare”, concludono Gelarda e Triolo.

 


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