CATANIA – «La Cisl di Catania ha aderito con piena convinzione all’invito fatto dall’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro, di far parte di un gruppo di fedeli laici impegnati nel sociale per elaborare un documento in vista della doppia scadenza elettorale del 25 settembre, dal titolo “Non possiamo tacere”. E lo ha fatto forte di quei valori e delle salde radici nella Dottrina Sociale della Chiesa per una democrazia autenticamente partecipativa, anche guardando all’appuntamento che toccherà più da vicino la comunità catanese e il rinnovo della sua amministrazione comunale».
A dichiararlo è Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea, che aggiunge «D’altra parte, anche la Cisl da tempo “non tace” richiamando più volte la città e le sue espressioni civiche e politiche a un “risveglio” da questa perdurata stasi, alla responsabilità per il bene comune».
«In questa tornata elettorale, la frenesia del “seggio garantito” ha predominato rispetto ai valori dell’appartenenza e ai programmi, generando un clima elettorale conflittuale, incattivito, con molte forze politiche impegnate più a delegittimarsi a vicenda piuttosto che a sviluppare contenuti e proposte sui tanti problemi tanto a livello nazionale quanto regionale.
«Questo documento, per la Cisl, quindi, rappresenta un forte richiamo ai laici, alla partecipazione democratica del bene comune e risponde a quello spirito di farsi comunità per affrontare i gravi problemi e incentivare la Crescita e la Coesione sociale. E con le molteplici tematiche emergenziali che esso pone, cui certamente se ne possono aggiungere altre, non deve e non può fermarsi al 25 settembre: l’esperienza vissuta e l’impegno posto devono servire anche per le prossime elezioni amministrative che coinvolgeranno la città.
«E, a tal proposito, non possiamo non evidenziare come a distanza di quasi un mese dalle dimissioni del sindaco, non sia stato ancora nominato un commissario ad acta, un’ulteriore testimonianza che a questa classe politica poco importa del bene comune e molto del “particolare”.
«Ma le questioni che invece pone il territorio etneo sono tante e si intrecciano con quelle regionali e nazionali: accanto alla bomba sociale che potrebbe esplodere in autunno con il caro-bollette, le mancate riforme tra cui quella pensionistica, ci sono le questioni legate al territorio come la povertà lavorativa e quella abitativa, l’illegalità diffusa, la sicurezza e la legalità sul lavoro, le politiche sociali e sanitarie per le categorie più fragili, le opere infrastrutturali da completare e tanto altro.
«Ecco perché – conclude Attanasio – “non potremo tacere” nemmeno su Catania».