Torna la Tabella H: ecco gli enti | che potrebbero essere "salvati" - Live Sicilia

Torna la Tabella H: ecco gli enti | che potrebbero essere “salvati”

Gli stanziamenti dovranno ridursi di molto (da 33 a circa 12 milioni). Ma i deputati e il governo stanno lavorando per individuare una lista di associazioni ai quali garantire un contributo. Ecco chi potrebbe essere "ripescato" e chi probabilmente sarà escluso. L'ELENCO DEGLI ENTI

 

PALERMO – La notizia è che esiste ancora. Forse cambierà nome. Identikit. Apparirà un po’ (anzi, forse molto) dimagrita. Ma anche quest’anno sarà protagonista essenziale del bilancio della Regione. Quella che una volta fu la “Tabella H” è pronta a rinascere, quindi, tra le pieghe dei capitoli “lacrime e sangue”. I deputati non avrebbero resistito. E da una recente e ampia riunione di maggioranza, sarebbe saltata fuori una lista di enti da “salvare”. Concordata, ovviamente, anche con i deputati d’opposizione. In seguito verranno decisi i contributi per ciascuno degli enti. Fondi che complessivamente ammonteranno a un terzo di quanto stanziato nell’ultimo bilancio: da circa 33 a 12-13 milioni di euro. (ECCO, ENTE PER ENTE, I FINANZIAMENTI PREVISTI NELL’ULTIMA TABELLA H).

Comunque sia, la Tabella H sopravviverà. Questa è una delle indiscrezioni che rimbalza a Palazzo dei Normanni. Dove non è ancora giunto alcun documento finanziario. Ma dove circola una lista di enti, divisa per categorie. Da quelli in possesso di “consistente patrimonio e impegnati in attività di rilevante ricaduta e ampiezza nell’ambito della promozione della cultura e della educazione permanente”, a quelli “che non possiedono patrimonio e svolgono limitate attività culturali”.

Insomma, la Tabella H esiste ancora. Nonostante gli annunci del governatore, nelle ore successive al suo insediamento: “Chiuderemo la Tabella H”. Buone intenzioni ribadite non più tardi di quattro mesi fa: “Per la tabella H – diceva Crocetta – abbiamo previsto zero euro. Questo non significa che non incoraggeremo le organizzazioni culturali, o di assistenza. Si agirà però attraverso la presentazione dei progetti ai singoli dipartimenti. Finora è stato il Parlamento a decidere la distribuzione, senza alcuna istruttoria. È legittimo che il Parlamento preveda un fondo destinato a queste attività, ma non può decidere quanto vada distribuito alle singole organizzazioni. Capitoli specifici nel bilancio, invece, saranno previsti – precisava – per alcuni istituti. Ad esempio, quello per i ciechi: si prevede la compartecipazione della Regione, trasformando un contributo episodico in un sostegno stabile”.

Ma si sa, tra l’annuncio, anche quello fatto in buona fede, e la realtà, c’è sempre uno scarto. In questo caso, pare, rappresentato dai deputati che negli anni passati hanno in qualche modo vestito l’abito dei “garanti” di alcune associazioni. Molte delle quali, meglio chiarire, titolari di attività assolutamente meritorie e di grande valore culturale. Ma che, stando alle prime dichiarazioni del nuovo governo, avrebbero finito per essere messe alla porta. Quella porta, però, è ancora socchiusa. E lo spiraglio è concesso da questo elenco. Una lista di enti e associazioni che, in un modo o nell’altro, qualcosa riceveranno anche al prossimo giro. E in alcuni casi, il “merito” è da attribuire alla sensibilità di singoli deputati o di gruppi parlamentari da sempre vicini ad alcuni enti. È il caso del Partito democratico e in particolare l’ex capogruppo Antonello Cracolici che ha a cuore, tra gli altri, il museo d’arte moderna di Bagheria, l’istituto Gramsci, il centro Pier Paolo Pasolini, l’Arces, il museo Mandralisca di Cefalù e la Fondazione Buttitta. E se la fondazione intitolata a Leonardo Sciascia, è “sponsorizzata” dall’ex assessore al Bilancio Michele Cimino, Vincenzo Vinciullo (Pdl) è vicino all’associazione “Meter” di don Di Noto. Il deputato Udc Mimmo Turano è considerato vicino alle sorti dell’Associazione per l’arte di Alcamo, mentre il fresco collega di partito Nicola D’Agostino invece è lo sponsor dell’ Accademia degli zelanti e dei dafnici. L’associazione Prosam, invece, considerata vicina all’ex presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona, mentre tra gli enti figura anche il Centro “Ettore Maiorana” dell’ormai ex assessore Antonino Zichichi.

Ma oltre ai presenti, a far discutere sono gli enti (al momento) assenti da questa selezione. Mancano, infatti, in questo elenco, ad esempio, la Fondazione “Federico II”, l’ Onlus “Missione Speranza e Carità” di Biagio Conte, il “Telefono azzurro”, i finanziamenti agli Orti botanici siciliani, l’Istituto superiore di giornalismo di Palermo, le associazioni venatorie, ambientaliste e degli allevatori. Assenti anche i finanziamenti per alcune manifestazioni molto sentite come la Sagra del Mandorlo in fiore e i carnevali di Sciacca, Acireale, Termini Imerese, Misterbianco, Barcellona Pozzo di Gotto, Trecastagni e Partanna Mondello. “Salta” a sorpresa anche il finanziamento per l’associazione “Fiumara d’Arte” di Antonio Presti, quello per le squadre di rugby, tanto a caro a Francesco Cascio e Raffaele Lombardo. Cambia la musica anche per il Conservatorio “V. Bellini” di Palermo, l’Istituto “V. Bellini” di Catania, l’Associazione culturale Orchestra Filarmonica siciliana “F. Ferrara”, l’Associazione Filarmonica S. Cecilia di Agrigento, l’Associazione Amici della musica “Salvatore Cicero” di Cefalù, il concorso internazionale “V. Bellini” di Caltanissetta, le associazioni concertistiche di interesse regionale, provinciale e locale, le bande musicali e la Fondazione Bass Group. E manca dall’elenco anche un ente finito di recente nelle pirotecniche conferenze stampa del governatore: il Cerisdi l’anno scorso ha ricevuto 700 mila euro. Quest’anno, pare che sarà davvero “de-finanziato”. Almeno su questo, il governatore ha mantenuto la promessa.


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