Crocetta vuole salvare gli 'amici' | Gli alleati frenano sulle nomine - Live Sicilia

Crocetta vuole salvare gli ‘amici’ | Gli alleati frenano sulle nomine

Rosario Crocetta

La scelta di "stoppare" l'iter per la selezione dei manager sarebbe legata alla volontà del governatore di mantenere in carica alcuni degli attuali commissari. Ma la maggioranza insorge: "Alcuni di loro - dice Lentini, Udc - non hanno i titoli". E Forzese (Dr): "Il presidente dimentichi il 'manuale Cencelli'".

Sanità e manager
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PALERMO – Ci sarebbe una quaterna di manager graditissimi al governatore alla base della scelta di congelare le graduatorie dei nuovi dirigenti generali di Asp e Aziende sanitarie. La fissazione, da parte della commissione esaminatrice, della griglia sulla base della quale scegliere i manager, avrebbe rischiato di tagliare fuori, tra gli altri, il commissario delle’Asp di Caltanissetta Vittorio Virgilio, quello dell’azienda “Villa Sofia-Cervello” di Palermo Giacomo Sampieri, quello del Policlinico di Catania Vittorio Digeronimo e quello dell’Asp di Ragusa Angelo Aliquò*. Tutti graditi a Rosario Crocetta, che li ha scelti tra dicembre e gennaio. Il governatore adesso avrebbe intenzione di riconfermarli a capo delle aziende sanitarie. Ma per farlo, bisognava stoppare l’iter di selezione. E così è stato.

A dire il vero, stando a indiscrezioni che trapelano dagli uffici di Piazza Ziino, la selezione non era comunque giunta a una fase così avanzata. I tre commissari Fulvio Moirano, direttore dell’Agenas, Marco Frey, dell’Istituto Universitario Sant’Anna di Pisa ed Ernesto Morici, magistrato in quiescenza, quest’ultimo in rappresentanza dell’amministrazione regionale, si sarebbero limitati a “scremare” l’elenco di aspiranti, composto da 800 nomi, escludendo soltanto i candidati non in possesso dei requisiti minimi. Riducendo la lista da 800 a 600 aspiranti manager. Una long list, ancora molto “long”. La commissione, in realtà, era molto vicina alla definizione dei cento candidati da ammettere ai colloqui orali. Ma è stata fermata appena in tempo.

La decisione del governo, però, non sarà indolore. E già, anzi, qualche “mal di pancia” si avverte pure in seno alla maggioranza. Il deputato Udc Totò Lentini, ad esempio, non usa giri di parole: “Se Crocetta dice che vuole fare la rivoluzione – ha detto – noi siamo al suo fianco. Ma lui deve essere il primo a dimostrare che lo vuole fare davvero. E la scelta dei manager è un banco di prova importante. L’iter della commissione di esterni deve andare avanti. O, al massimo, se Crocetta ritiene che quella commissione sia legata a un’altra stagione politica, chieda altri commissari. Ma se pensa – ha aggiunto – che quelle nomine possano essere legate solo ai suoi rapporti di amicizia, commette un errore enorme. Un errore che ricadrebbe, innanzitutto, sui siciliani, in un settore delicato come quello della Sanità”. Per Lentini, tra l’altro, molti degli attuali commissari “non avevano i titoli per ricoprire quel ruolo pochi mesi fa, figuriamoci se possono svolgere quello di direttori generali”. Anche perché, dietro alle decisioni di Crocetta, potrebbe nascondersi un tentativo di espandere il consenso in maniera capillare: “Il dirigente generale – spiega Lentini – nomina il direttore sanitario e quello amministrativo. Questi ultimi scelgono i primari. Si può pensare – si chiede il deputato – che tutta possa originare da una ‘amicizia’ o da una sintonia politica?”.

Un dubbio che rischia di mettere il governatore in un angolo, anche all’interno della propria maggioranza. L’idea di Lentini, infatti, è condivisa anche da Marco Forzese, deputato di un gruppo, quello dei Democratici e riformisti, che ultimamente ha polemizzato proprio con i centristi. Ma che sembra condividere la tesi del parlamentare palermitano: “Dalle nomine per i vertici delle Aziende sanitarie – ha detto – va tenuto fuori il manuale Cencelli. Una vera rivoluzione si può fare se evitiamo alla sanità pubblica la peggiore delle lottizzazioni, quella che va certamente contro i cittadini e il diritto alla salute. Agirò anche in contatto con la commissione Sanità dell’Ars – ha aggiunto – affinché congiuntamente la I e la VI commissione vigilino e si pronuncino su nomine del governo Crocetta che siano degne e non abbiano bolli politici. La Sanità è la chiave della buona politica da attuare in Sicilia. Si deve pertanto essere consequenziali rispetto agli annunci”.

Insomma, il dito è puntato dritto contro il presidente. Persino dai propri alleati. Che sembrano avvertire il governatore. Ma a stigmatizzare la gestione di queste nomine, ovviamente, è anche l’opposizione: “Tra l’Assessore Borsellino e il presidente Crocetta – ha detto Gino Ioppolo, componente della CommissioneSanità all’Ars e deputato del Gruppo Lista Musumeci – non c’è intesa e identità di vedute in relazione alla scelta dei manager della sanità pubblica siciliana. La rivoluzione di Crocetta sembra essersi convertita alla restaurazione e alla conservazione. È mai possibile – si chiede Ioppolo – che Crocetta non sappia, o forse è lecito pensare, non voglia, coniugare il merito e l’efficienza con la scelta politica? La verità è che Crocetta è sotto il ricatto dei tanti e non riesce a sottrarsi a tali pressioni”. Pressioni che potrebbero contribuire a indebolire una maggioranza già molto “effervescente”.

* in una precedente versione dell’articolo, abbiamo attribuito a Sampieri e Digeronimo la guida di aziende dirette da altri commissari. Abbiamo corretto l’imprecisione, della quale ci scusiamo con i lettori e i diretti interessati.


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