PALERMO – Tragedia durante le procedure di recupero del Bayesian. È morto un sommozzatore della squadra che sta lavorando per riportare in superfice il veliero affondato lo scorso agosto a largo di Porticello, in provincia di Palermo.
La vittima è un olandese, Rob Cornelis Maria Huijben, 39 anni, che lavorava per una delle società chiamate in Sicilia per tirare a secco il superyacht che giace a 49 metri di profondità. La prima ispezione cadaverica non avrebbe rilevato la presenza di lesioni né di ustioni. Quasi certamente si è trattato di un incidente sul lavoro, meno probabile il malore.
L’operaio subacqueo era collegato in superficie con la manichetta dell’aria. Una telecamera riprendeva il suo lavoro. Ad un certo punto è saltato il collegamento. È come se si sia verificato uno spostamento di massa d’acqua spinta da qualcosa.
La parte più complicata del recupero riguarda l’albero (alto più di 72 metri, pesa 24,5 tonnellate), il sartiame (l’insieme dei cavi che regge l’alberatura, 5 tonnellate) e le vele (boma, randa e vela di prua hanno un peso complessivo di 5 tonnellate e mezzo).
L’olandese assieme ad altri operai stavano lavorando sul boma, la trave orizzontale incernierata all’albero che sostiene e tiene tesa la base della randa. ll boma potrebbe aver fatto da leva e del materiale, forse un pezzo di metallo, avrebbe colpito la vittima. Sul posto sono intervenuti gli uomini della capitaneria di porto, i carabinieri e il sostituto procuratore di Termini Imerese, Raffaele Cammarano.
Diventano così otto le vittime del Bayesian. In sette morirono la notte del naufragio: il magnate e proprietario Mike Lynch, la figlia Hannah, Jonathan Bloomer (presidente di Morgan Stanley International) e la moglie Judy, i coniugi Chris e Neda Morvillo e il cuoco di bordo Recaldo Thomas.
Erano sette i progetti presentati dal consorzio di assicurazioni P&I British Marine che ha stipulato la polizza con gli armatori del veliero. Alla fine la scelta era ricaduta sul progetto della Tmc Marine che prevede di tagliare l’albero.
Garantiva il più basso livello di rischio per la sicurezza degli operai e l’integrità del veliero. Secondo gli esperti, raddrizzare il superyacht senza tagliare l’albero avrebbe potuto provare un cedimento con conseguenze “catastrofiche”.
Il cronoprogramma stilato d’intesa con la Procura di Termini Imerese prevede per primo il taglio dell’albero alto 72 metri, del boma e della catena dell’ancora. Con la tragedia di oggi tutto si ferma, innanzitutto per piangere l’ottava vittima. La tragedia del Bayesian è diventata una maledizione. Se dovesse essere confermata l’ipotesi dell’infortunio potrebbe esserci uno stop lungo nelle operazioni di recupero.
“Siamo addolorati nel confermare la tragica morte di un subacqueo specializzato. Le circostanze dell’incidente sono attualmente oggetto di indagine da parte delle autorità e tutte le parti interessate stanno offrendo la loro piena collaborazione”, dice la società Tmc Marine che sta eseguendo il recupero del veliero Bayesian.
“Stiamo offrendo ogni supporto alla squadra di recupero sul posto in questo momento straziante e i nostri pensieri sono rivolti alla famiglia della vittima”.