Porto di Catania, parla Aiello: |Pensione? Pronto a rinunciare - Live Sicilia

Porto di Catania, parla Aiello: |Pensione? Pronto a rinunciare

Il nuovo commissario: "Se la Regione mi richiama in servizio io sono disponibile, anche perdendo le qualifiche che avevo acquisito". E sul piano regolatore lancia un concorso internazionale di architettura: "Così potremo immaginare la Catania di domani" (nella foto una veduta dall'alto del porto di Catania)

Il nuovo commissario
di
3 min di lettura

Neanche un giorno dall’ufficialità e già la prima riunione. Cosimo Aiello, l’ex capo di gabinetto di Caterina Chinnici chiamato dal ministro dei Trasporti Corrado Passera a commissariare “per non più di sei mesi” l’Autorità portuale di Catania, ha già riunito il comitato che dirige lo scalo catanese: principale punto all’ordine del giorno, il Piano regolatore che cambiera il volto della zona intorno al porto. Prima di occuparsi delle grane dell’Ente, però, c’è da spazzare le polemiche sull’incarico, arrivato dopo un pensionamento anticipato ottenuto l’anno scorso con la legge 104, quella che consente a chi deve accudire un parente malato di andare prima a riposo: Aiello non si sottrae alle domande del cronista, “nonostante io abbia subìto negli ultimi mesi una campagna di stampa piuttosto pesante”, specifica.

La polemica gira su un punto: lei ritiene opportuno che un funzionario andato in pensione in anticipo ottenga un incarico dalla pubblica amministrazione?
“Non ho difficoltà a rispondere con la massima sincerità. Sono andato via con la 104, nel rispetto della legge, insieme ad altre 1.200 persone. Ho preferito dedicarmi alle mie questioni personali, ma queste questioni, purtroppo, si sono risolte in un periodo di tempo imprevedibile e che, come potrà intuire, avrei preferito non fosse così breve. Capirà quanto mi costi parlare di fatti personali”.

La pensione, però, è rimasta.

“Subito dopo la conclusione delle mie questioni personali ho fatto richiesta alla Regione di poter tornare a fare il mio dovere perdendo ogni beneficio: ho chiesto, cioè, di tornare da semplice dipendente, non da capo di gabinetto o da capoarea, la qualifica che avevo prima del pensionamento. La Regione ha valutato la questione e mi è stato risposto che non era possibile”.

In compenso è arrivato l’incarico all’Ente porto, che…

“Io sono abituato a lavorare 12 ore al giorno, non riesco a stare fermo. Adesso sono qui, ma spero che le condizioni possano cambiare per tornare alla Regione. Se la Regione mi vuole, insomma, io sono qui”.

Dicevo: l’incarico all’Ente porto prevede anche un compenso, che si va a cumulare con la pensione.

“Guardi, mi sono occupato di cose ben più prioritarie, non del compenso né dell’eventuale cumulo. In tutta sincerità non so neanche se il compenso si cumuli: mi limito a dirle che mi sento molto onorato di poter fare qualcosa che altri mi hanno reputato in grado di fare. La questione economica si verrà a creare nei giorni a venire, e a quel punto l’affronteremo”.

Vabbene, allora restiamo alle priorità dell’Ente porto. Innanzitutto: quali sono i punti-chiave?

“Il mio incarico dura sei mesi o meno, se nel frattempo sarà scelto il nuovo presidente. Le priorità sono essenzialmente tre: il piano regolatore del porto, la sicurezza dell’area portuale e un assetto organizzativo più funzionale. Per discuterne, nonostante io sia appena arrivato, ho riunito il Comitato portuale”.

Cosa ne è venuto fuori?

“Intanto mi lasci dire una cosa: l’organismo va a scadenza naturale il 3 settembre e io spero che venga rinnovato subito. È una trafila complessa, perché alcuni dei componenti del Comitato devono essere eletti e gli altri devono essere designati da 21 soggetti: Comune, Provincia, Regione e Camera di commercio, i rappresentanti dei lavoratori e degli operatori portuali, eccetera”.

È una corsa contro il tempo, insomma. E oggi di cosa avete parlato?

“Abbiamo avuto una riunione con i tecnici del Comune sul Piano regolatore del porto, che deve dialogare con quello del Comune”.

Un piano regolatore sul quale, oltre tutto, gravitano enormi interessi economici: si parla di un milione di metri cubi di cemento.

“Rispetto al piano presentato nel 2004, anche grazie alle indicazioni del Comune, l’eccesso di cementificazione è stato ridotto. Nessuno, me per primo, vuole un eccesso di cemento intorno al porto. La mia linea è improntata alla massima trasparenza: voglio lanciare un concorso internazionale di architettura che sappia coniugare le esigenze di sviluppo con quelle delle maestranze del porto, costituendo un’occasione di occupazione. Una gara internazionale per immaginare la Catania di domani”.


Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI