L’esplosivo trovato nel giardino dell’abitazione di Massimo Ciancimino avrebbe potuto fare saltare in aria l’intero stabile nel centro di Palermo. E’ la conclusione a cui sono arrivati gli artificieri della polizia dopo avere analizzato i candelotti trovati su indicazione del figlio dell’ex sindaco condannato per mafia. L’esplosivo di produzione svizzera riportava la data 14 agosto 1998, entro la quale per farlo esplodere era necessario un innesco. Una sorta di “termine di garanzia” lo definiscono gli esperti, scaduto il quale la dinamite avrebbe potuto autoinnescarsi. Il potenziale è rimasto intatto nonostante Ciancimino abbia bagnato i candelotti. Anzi, concludono gli esperti, l’acqua avrebbe cristallizzato il tritolo rendendolo ancora più pericoloso.
Poteva saltare in aria l’intero palazzo
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