Precari, a rischio le proroghe | Sono 50 i Comuni in bilico - Live Sicilia

Precari, a rischio le proroghe | Sono 50 i Comuni in bilico

Per stabilizzare i lavoratori a tempo determinato, gli enti locali devono avere i conti a posto e non avere sforato il patto di stabilità. Sono tanti, invece, quelli che non rispettano questi requisiti. E l'idea del bacino unico potrebbe non bastare.

L'incontro governo-sindacati
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PALERMO – L’idea del “bacino unico” dei precari nasce proprio per “aggirare” uno dei più grossi ostacoli alla stabilizzazione dei lavoratori. Sono cinquanta, infatti, i Comuni siciliani che oggi non avrebbero le carte in regola per assumere i propri lavoratori a tempo determinato. E anche per questo motivo, la finestra per le proroghe è stata fissata in un triennio. Entro il quale, ha spiegato l’assessore alla Funzione pubblica Patrizia Valenti, “i Comuni potrebbero trovare il modo di sistemare i propri conti”.

Nel caso in cui non tutti ce la facessero, però, ecco il “bacino unico”, appunto, che sposta su un piano regionale le assunzioni inizialmente previste a livello comunale. Nonostante il ddl del governo Crocetta, infatti, preveda una priorità per l’assunzione nell’ente locale del lavoratore che in quell’ente lavora già, la stabilizzazione può anche portare il precario a essere assunto in un altro Comune nel caso qui quello in cui è dipendente, non avesse i requisiti minimi per l’assunzione. Per farla breve: conti a posto, rispetto del patto di stabilità, piante organiche definite. E di questo si parlerà anche oggi nell’incontro tra governo regionale e sindacati.

E oggi, in effetti, i Comuni “a rischio” (o sarebbe meglio dire i lavoratori a rischio) sono tanti. Si va dai capoluoghi di Provincia Messina, Ragusa e Trapani, che hanno già sforato il patto di stabilità nel 2012, oltre a comuni già in dissesto come Santa Maria di Licodia, Santa Venerina, Milazzo, Scaletta Zanclea e Comiso, e quelli in pre-dissesto (Itala, Racalmuto, Riposto, Tremestieri, Motta Camastra e Cefalù).

A questi si aggiunge un gruppo di centri che hanno già sforato il patto di stabilità: Agira, Alcamo, Augusta, Avola, Bagheria, Barcellona Pozzo di Gotto, Barrafranca, Borgetto, Brolo, Caccamo, Calatafimi, Caltagirone, Capaci, Carlentini, Catenanuova, Cerda, Cinisi, Erice, Giarre, Grammichele, Ispica, Leonforte, Marsala, Mirabella Imbaccari, Modica, Monreale, Piana degli Albanesi, Pozzallo, Prizzi, Rosolini, Santa Caterina Villarmosa, Scicli, Scordia, Taormina, Tortorici, Trecastagni, Valderice, Villafranca Tirrena). Per tutti questi Comuni, senza una deroga al patto di stabilità, anche la proroga è in bilico.


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