Precari, rabbia sindacati| Il 13 manifestazione di protesta - Live Sicilia

Precari, rabbia sindacati| Il 13 manifestazione di protesta

Patrizia Valenti

La giunta ha esposto le linee del ddl per le proroghe, ma non ha convinto Cgil, Cisl e Uil che indicono la protesta. L'Anci: "L'unica speranza è che si approvi il bilancio prima del 31 dicembre"

 

PALERMO – Il governo non convince i sindacati sui precari. L’incontro dell’unità di crisi a Palazzo d’Orleans, in cui la giunta ha illustrato il disegno di legge per la proroga dei rapporti di lavoro dei 18 mila precari degli enti locali. Il ddl dovrebbe essere discusso ed esitato in giunta giovedì, ma oggi i sindacati non ne sono stati affatto rincuorati. “Siamo ancora alla fase della stesura di un ddl, ancora non formalizzato e di cui ci sono stati illustrati i contenuti senza consegnarcelo, che non solo non scioglie i nodi di fondo che precludono qualunque serio processo di stabilizzazione, ma non dà ancora alcuna certezza neanche sulle proroghe”, commentano le sigle della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil che hanno preso parte all’incontro, insieme agli assessori Patrizia Valenti ed Ester Bonafede e al consulente del governo Stefano Polizzotto.

I confederali organizzano una prima manifestazione giorno 2 dicembre davanti alle Prefetture dell’Isola con la partecipazione dei lavoratori precari degli enti pubblici siciliani e proclamano lo sciopero per il 13 dicembre con una manifestazione regionale che si terrà a Palermo con un corteo da piazza del Parlamento fino a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione.

I sindacati stigmatizzano “la lentezza del governo regionale di fronte alla gravità del problema” e lamentano: “Le innumerevoli trasferte romane che, a questo punto possiamo dirlo con certezza, sono servite a ben poco”, dicono Michele Palazzotto (Fp Cgil), Gigi Caracausi (Cisl Fp) ed Enzo Tango (Uil Fpl). “Il pool di esperti e dirigenti della Regione che, stando alle più recenti notizie di stampa, ha lavorato al testo del ddl sul precariato, ha partorito il classico topolino – accusano i sindacati -, nonostante le innumerevoli trasferte romane che, a questo punto possiamo dirlo con certezza, sono servite a ben poco”. A questo si aggiunge anche il mistero della circolare del ministero che più volte annunciata, ancora non viene fuori. “I lavoratori – concludono i tre segretari – hanno il diritto di sapere quale brutto gioco si sta mettendo in atto sulla loro pelle, se oltre alla stabilizzazione rischiano di vedere andare in fumo anche la proroga dei contratti tanto agognata”.

Il ddl prevederà un bacino regionale dei precari, dividendoli in tre sezioni, a seconda della qualifica (la prima per i lavoratori di fascia A e B, la seconda per quelli di fascia C e D, e gli Asu). Non si parla per ora di stabilizzazioni, ma solo di proroghe. Che però, per riuscire a scansare la mannaia dello Stato, dovrebbero essere supportate da tagli alla spesa regionale per circa 300 milioni all’anno. Secondo l’assessore al Bilancio Luca Bianchi, la cifra è alla portata del governo: “I tagli previsti nella prossima legge di Bilancio – spiega a Livesicilia – saranno trasversali per tutti gli assessorati, tutti daranno il loro contributo. Poi stiamo tagliando su alcune aree come quella del trasporto pubblico locale, ma soprattutto stiamo lavorando sui residui di tutti gli asessorati, una quota molto rilevante. In pratica, il nostro obiettivo è eliminare tutti i residui passivi degli assessorati, cioè soldi impegnati ma non spesi, e infine fare un lavoro molto capillare sui singoli capitoli ma ci siamo: la nostra ipotesi è che il taglio arriverà a quasi 400 milioni”.

Ma perché la proroga dei precari sia possibile (e non venga cassata dal Commissario dello Stato), i tagli che la supportano devono essere contemplati nel nuovo bilancio, che quindi, osserva Paolo Amenta, vicepresidente dell’Anci Sicilia, dovrà essere approvato prima del 31 dicembre per permettere poi le proroghe. E sperare che il commissario dello Stato non impugni tutto. “La questione non è così facile come qualcuno a volte fa apparire”, commenta Amenta. Secondo il quale un’altra speranza può essere l’approvazione di qualche emendamento alla finanziaria nazionale che prenda in considerazione la tipicità siciliana. Intanto il tempo stringe, la scadenza dei contratti si avvicina e l’ansia dei diciottomila precari resta tutta.

 


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