Il caso dei precari al Territorio | La Procura contabile sui contratti - Live Sicilia

Il caso dei precari al Territorio | La Procura contabile sui contratti

L'assessorato regionale al Territorio

Per due volte la Ragioneria centrale non ha registrato i contratti di lavoro dei tecnici che si occupano delle valutazioni d'impatto ambientale e delle analisi di rischio idrogeologico. E si valuta l'ipotesi del danno erariale.

PALERMO – E alla fine partì l’inchiesta. Lo strano precorso dei 41 precari dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente finisce sotto la lente di ingrandimento della Procura regionale della Corte dei Conti. Per due volte la Ragioneria centrale non ha voluto registrare il decreto e i contratti di lavoro. La registrazione è avvenuto al terzo tentativo e sotto la responsabilità del dirigente generale. Un diniego che potrebbe essere la spia dell’anomalia amministrativa di una faccenda apparsa strana fin dalle battute iniziali.

Il 6 febbraio scorso la vertenza è arrivata a una svolta. I precari stati assunti dalla Regione con un contratto triennale da poco più di mille e 900 euro al mese. E hanno iniziato a lavorare senza, però, che il contratto fosse stato registrato in Ragioneria. “Tutto regolare”, avevano tagliato corto dagli uffici di via Ugo La Malfa. Di avviso opposto il dirigente capo della Ragioneria Maria Spanò, secondo cui, i contratti erano in contrasto con le normative vigenti e i decreti privi dell’indicazione fondamentale del capitolo di spesa su cui gli stessi contratti dovessero gravare.

Il tira e molla è proseguito con un ulteriore tentativo di registrazione andato a vuoto. Fino a quando è stato il dirigente generale dell’assessorato Gaetano Gullo a fare registrare i contratti sotto la propria responsabilità. Gullo ha pure chiesto che gli atti venissero inviati alla Sezione di controllo della Corte dei Conti a conferma di una procedura che ha sempre definito legittima. Solo che dalla Sezione di controllo, che analizza le questioni dal punto di vista amministrativo, la faccenda è transitata alla Procura che ha il compito di accertare se l’atto amministrativo potrebbe causare un danno erariale.

Per andare alle origini della vertenza bisogna andare a ritroso nel tempo, quando nel 2003 la Regione decise di avvalersi della professionalità di 45 tecnici laureati con contratti di collaborazione coordinata e continuativa. A loro, in questi anni, sono state affidate, tra le altre cose, le valutazioni d’impatto ambientale e le analisi di rischio idrogeologico fondamentali per l’avvio dei cantieri pubblici e privati. Di anno in anno si è arrivati alla fine del 2012, quando un apposito disegno di legge stabiliva la proroga fino al 30 aprile 2013 anche per i 45 tecnici. Nel gennaio 2013, però, il Commissario dello Stato impugnò l’articolo che li riguardava nella parte in cui non era stato specificato che i contratti di lavoro soggetti a proroga erano quelli subordinati a tempo determinato. E così i 45 Co.co.co, tagliati fuori dalla proroga, agirono contro la Regione siciliana, tentando la conciliazione presso l’Ufficio provinciale del lavoro. L’obiettivo era dimostrare che non erano stati impiegati con contratti di collaborazione, ma assunti a tempo determinato in modo da rientrare nella proroga riservata ai precari.

L’amministrazione regionale, dopo avere sentito il parere dell’avvocatura dello Stato, decise di conciliare riconoscendo quanto richiesto dai lavoratori. Una conciliazione a cui, però, non fu dato seguito, visto che nel corso del 2013 i precari non firmarono alcun contratto. E si arriva alla Finanziaria del marzo scorso. Un articolo prevedeva la copertura giuridica anche per gli ex Co.co.co. Secondo la Spanò, però, non vi potevano rientrare i precari del Territorio, nel frattempo scesi di numero a 41, perché i loro erano contratti nuovi e dunque non potevano essere stipulati. Di parere opposto l’assessorato che a febbraio fece firmare i contratti. Non registrati, però, per due volte. Alla terza, è stato il dirigente generale Gullo a fare registrare i contratti sotto la propria responsabilità. Oggi come allora resta sereno per la correttezza del suo operato.

 


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