Prefettura di Catania, agitazione alla Commissione territoriale - Live Sicilia

Commissione territoriale, i sindacati proclamano l’agitazione

La nota di FP Cgil e Confsal Unsa
PREFETTURA DI CATANIA
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CATANIA – La Fp Cgil e la Confsal Unsa di Catania hanno reso noto di avere “proclamato lo stato di agitazione per i lavoratori della Commissione territoriale della Prefettura” del capoluogo etneo.

Sono otto funzionari istruttori e quattro assistenti amministrativi che si occupano principalmente di esaminare le domande di protezione internazionale. Secondo i sindacati sarebbero “costretti a fare i conti con problemi logistici nei locali di lavoro che si trovano in un condominio di via Sturzo, ma anche con i carichi di lavoro richiesti”.

La nota dei sindacati

La Fp Cgil e la Confsal Unsa, in una nota il cui contenuto è stato inviato al prefetto, al presidente della Commissione territoriale e ai vertici nazionali per le libertà civile e l’immigrazione, parlano di “spazi di lavoro sono inadatti a gestire le audizioni richieste (il numero di stanze è insufficiente)”.

I sindacati citano anche l’insufficienza degli spazi per “gestire e accogliere la programmazione giornaliera di 16 audizioni che, di norma, si traducono nella contestuale presenza negli spazi inadeguati di circa 40 persone tra convocati, avvocati, interpreti e familiari al seguito”.

“In tale precario contesto – sostengono i sindacati – s’inseriscono le difficoltà collegate al recente atto di indirizzo del presidente della Commissione nazionale, con il quale ha richiesto un numero di provvedimenti settimanali proporzionato ai funzionari istruttori in organico (80 provvedimenti settimanali), senza alcuna considerazione o rimodulazione in rapporto alle assenze e alle precarie condizioni logistiche degli uffici che pregiudicano fortemente l’ordinaria attività lavorativa”.

La segretaria della FP Cgil, Concetta La Rosa e il segretario Confsal Unsa Francesco Cavallaro, spiegano che “nonostante le azioni di sciopero a cui non è seguita nessuna soluzione, siamo costretti a proclamare lo stato di agitazione per sollecitare la soluzione di questi problemi logistici e di lavoro. Tutti aspetti che incidono sul piano psico-fisico delle lavoratrici e dei lavoratori”.


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