AGIRA (ENNA) – “Lo hanno scambiato per un terrorista e trattenuto in aeroporto a Tunisi, in una stanza con altre persone. Per quasi cinque ore abbiamo dialogato con il Consolato e con le autorità del posto per cercare di comprendere cosa stesse accadendo. Non ci hanno mai detto neppure di cosa fosse sospettato. Alla fine hanno dovuto prendere atto che ovviamente si era trattato di un errore: uno scambio di persona”.
Il racconto
È l’avvocato di Agira Orazio Spalletta a raccontare il calvario vissuto da un agirino a Tunisi. Sono state ore di trepidazione ieri pomeriggio per la famiglia di Salvo Costa, 38 anni, professione termoidraulico. È giunto nel Paese Nordafricano con la moglie e i figli di 5 e 6 anni, per trascorrere una settimana di vacanza in Tunisia.
L’arrivo
Nessuno, racconta il legale, si sarebbe aspettato una simile accoglienza all’aeroporto. “Al momento dell’arrivo, attorno alle 14, le autorità aeroportuali tunisine lo hanno bloccato”, spiega il legale. “Hanno fatto passare la moglie e i figli – prosegue –. Lui è stato intercettato e messo in una stanza, loro spediti in hotel. Hotel che, peraltro, si trova a tre ore di bus dall’aeroporto”.
Il Consolato
Contattato dalla famiglia, a quel punto l’avvocato Spalletta ha attivato le istituzioni consolari italiane, a Roma e a Tunisi. “Mi hanno risposto che per averlo bloccato ci doveva essere un motivo e che dunque dovevo aspettare – sottolinea il legale -. Ovviamente non ci siamo fermati. Fino a quando, ieri sera, tutto si è risolto: si era trattato di uno scambio di persona, anche se forse non sapremo mai cosa sia successo”.
Lo shock
L’avvocato ci tiene a fornire un altro particolare. “Il mio assistito è persona che non ha mai avuto alcun guaio con la giustizia – ripete Spalletta –. È un ragazzo perbene, un padre di famiglia al di sopra di ogni sospetto e questa vicenda lo ha scosso parecchio. Tutto è bene quel che finisce bene… però che preoccupazione”.
“Ora sta bene”
Dopo quasi cinque ore da incubo, in sostanza, il giovane ha potuto raggiungere e rassicurare la sua famiglia. “Lo avevano messo in una stanza con una serie di individui sospetti in Tunisia – conclude l’avvocato Spalletta -. È di sicuro una cosa che non si augura a nessuno. Per fortuna adesso sta bene e può godersi una settimana di vacanza in questo splendido Paese”.