L’accordo pare raggiunto sul Recovery Fund, il fondo europeo di ricostruzione dell’economia falcidiata dal Coronavirus, ma restano tante divisioni. Al termine del quarto vertice europeo ieri sera i 27 Paesi hanno concordato di affidare alla Commissione europea il mandato di presentare una proposta entro il 6 maggio.
L’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen preparerà un piano: restano da capire la cifra (si parla di 2.000 miliardi di euro) e come saranno distribuiti i soldi. Ok agli Investimenti, ma si tratterà di prestiti da restituire o soldi a fondo perduto?
Giuseppe Conte ottiene che costituzione del Fondo deve essere considerato “necessario e urgente” e parla di “grandi progressi” e “risultato storico”. Al fianco dell’Italia si confermano Francia e Spagna. Il presidente francese Emmanuel Macron spiega che “ci sono disaccordi che restano sui meccanismi. Servono trasferimenti di risorse verso i Paesi Ue più colpiti da questa crisi, non dei prestiti”.
Il blocco Nord (Olanda, Germania, Austria e Svezia) rimane contrario. Tocca a Ursula von der Leyen trovare il punto di equilibrio.
La palla passa nell’ordine di nuovo all’Eurogruppo, alla Commissione poi e infine ad un nuovo vertice dei leader. Nel frattempo arriva l’ok alla linea di prestiti del tanto discusso Mes agli Stati che ne faranno richiesta (240 miliardi), al fondo SURE contro la disoccupazione (100 miliardi) e ai prestiti alle imprese garantiti dalla Bei (200 miliardi) Tutti questi strumenti saranno operativi dal primo giugno.
Le opposizioni in Italia insorgono. Giorgia Meloni e Matteo Salvini vanno all’attacco di Giuseppe Conte: “Mentre il Fondo per la ripresa viene declinato al futuro e con contorni ancora tutti da definire, l’unica cosa certa è che tra pochi giorni sarà operativo il Mes con le sue condizionalità tutt’altro che light”.
