Processo al Pd siciliano: nessuno può dirsi innocente

Processo al Pd siciliano: nessuno può dirsi innocente

Commenti

    La dssa Chinnici è certamente una ottima servitrice della Costituzione, ma in politica è secondo me meno di mediocre, farebbe meglio in questo caso a dedicarsi a fare la massaia-casalinga. Barbagallo, Cracoici e chi l’ha spinta a candidarsi a Governatrice farebbero meglio a dedicarsi a lavori forestali.

    ma è chiaro di chi è la colpa! nomi e cognomi BARBAGALLO, LETTA e PROVENZANO

    SONO UN MILITANTE DEL PD, DESIDERO SOLAMENTE DIRE CHE DA UNA SCONFITTA SI PUO’ RINASCERE PIU FORTE, BASTA FARE UN’ANALISI SERENA, SENZA PUNTARE IL DITO UNO CONTRO L’ALTRO, UNA CRITICA COSTRUTTIVA VALE PIU’ DI TANTE ACCUSE IN CERCA DI COLPEVOLI. UNA PICCOLA CONSIDERAZIONE: VEDENDO GLI ELETTI ED I CANDIDATI IN GENERE IL PD HA AVUTO IL CORAGGIO DI PRESENTARE CANDIDATI NON INQUISITI NE’ CONDANNATI. (ALTRE LISTE E PARTITI INVECE HANNO PRESENTATO INQUISITI E CONDANNATI : VEDI DE LUCA, SCHIFANO, VITRANO , MIRABELLA, ECC” MI FERMO QUI!!!!!!!!

    Se c’era Villari c’era la vittoria.

    Non è che una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor…
    Era tutto prevedibile, ormai, nonostante Letta alla vigilia del voto dichiarasse: “Penso che quella di Caterina Chinnici sia stata una campagna straordinaria, trasparente e che alla fine convincerà gli elettori siciliani”. Ah! Caterina Chinnici o della trasparenza, che alla prova finestra nemmeno un’ombra, nemmeno l’ombra di una campagna elettorale. E come diceva Letta alla fine gli elettori siciliani si sono convinti… che con la legge elettorale by Rosato sarebbe stato un voto a perdere quello dato a questo Pd retto da segretari di provincia, uno per tutti Barbagallo, incapaci di dire come stavano le cose e di fare qualcosa per cambiarle, insomma di metterci la faccia.
    Ora le spiegazioni e qualche giustificazione. Che fatte dopo la sconfitta sono buone solo per dire ciao a tutti, torno a casa,
    Con tanti saluti.

    Non avete nessuna colpa il problema è che siete tutti ricchi e giocate ad essere comunisti…

    Ma è normale che i magistrati fanno politica?

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E allora? Dov'è la notizia se tutto rientra nella norma. Ebbene, questo è il mese dell'ipocrisia (avete presente la valanga di "auguri" urbi et orbi?), quindi ci sta tutto e calza a pennello lo stupore per il "caro voli" che, invece è un fatto ordinario e ricorrente. Che Natale sarebbe senza l'albero, il presepe, il panettone e i politici che si stracciano le vesti per il caro voli? E, ovviamente, l'informazione che torna a battere sugli stessi tasti, stavolta con la piccola variante del concorso. Ok, tranquilli, passerà. Ma tornerà puntualissimo a Pasqua, insieme alla colomba e alle uova. Insomma, qual è la novità?

Dopo quarant’anni di precariato strutturale, presentare l’aumento delle giornate lavorative come una “svolta storica” appare non solo insufficiente, ma profondamente offensivo per migliaia di lavoratrici e lavoratori forestali. Portare le giornate da 151 a 174, da 101 a 124 e da 78 a 101 non è una riforma: è l’ennesimo rattoppo su una ferita che la politica regionale sceglie consapevolmente di non curare. Si continua a parlare di “passo avanti” e di “gestione sostenibile del territorio”, ma si evita accuratamente di affrontare il nodo centrale: la stabilizzazione di chi da decenni garantisce la tutela dei boschi siciliani in condizioni di precarietà permanente. Migliaia di operai che ogni anno vengono richiamati al lavoro, formati, utilizzati e poi rimandati a casa, senza certezze, senza dignità, senza futuro.Dopo 40 anni, non è accettabile che la Regione Sicilia consideri un aumento di qualche settimana lavorativa come una concessione straordinaria. Non è rispetto, non è valorizzazione del lavoro, non è programmazione. È solo il rinvio dell’ennesima riforma annunciata e mai realizzata.Si parla di sostenibilità ambientale, ma non esiste sostenibilità senza sostenibilità sociale. Non si può difendere il territorio continuando a tenere in ostaggio chi quel territorio lo cura ogni giorno. La vera riforma sarebbe uscire definitivamente dal bacino del precariato, riconoscendo diritti, stabilità e dignità a lavoratori che hanno già ampiamente dimostrato il loro valore.Dopo quattro decenni di attese, promesse e sacrifici, questo emendamento non rappresenta un traguardo: rappresenta l’ennesima occasione mancata. E soprattutto, una grave mancanza di rispetto verso chi chiede solo ciò che gli spetta.

Cateno De Luca sforna nuovi movimenti e partitini con la stessa velocità e noncuranza con cui passa dalle invettive agli apprezzamenti per tornare di nuovo alle invettive. Le vicende che lo hanno visto altalenante nei rapporti con l'ologramma e la banda bassotti politica ne sono la prova. Attualmente il pendolo è tornato ad oscillare a sinistra, ma quelli non ne vogliono sapere e di tentare un'altra avventura in solitaria non è cosa. Perciò il soggetto si agita e prova a restare al centro dell'attenzione mediatica non potendo essere al centro della scena politica. Come gli finirà lo vedremo, ma la credibilità politica è uscita fortemente minata dalle tante scelte sbagliate che si stanno "mangiando" anche l'aura di bravo amministratore sulla quale ha fatto sempre affidamento.

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