PALERMO – La Cassazione cancella il processo perché il fatto non sussiste. Non più la prescrizione, dunque, ma un’assoluzione piena nel merito. All’ombra della società “Arte vita”, che gestiva per conto della Regione alcuni siti archeologici e museali, non commisero alcuna truffa.
Assolti Mario Messineo, fratello del procuratore di Palermo, che della società era il direttore; l’ex presidente della società, Giuseppe Di Giovanni, e il dirigente del l’assessorato ai Beni culturali, Gaetano Gullo. E assolta pure la società stessa. Erano difesi dagli avvocati Marcello Montalbano, Nino Caleca, Sergio Monaco e Francesco Crescimanno. Anche in primo grado erano usciti puliti dal processo. In appello, però, arrivò solo la prescrizione. Secondo i giudici, la truffa c’era stata, ma era trascorso troppo tempo per condannarli. Ora la la Cassazione riporta le cose, e per sempre, al primo grado di giudizio
Solo i tre imputati e la Arte e Vita avevano fatto ricorso. L’accusa ipotizzava che la società facesse figurare false missioni di dipendenti con un danno per la Regione di circa un milione di euro. L’inchiesta era cominciata nel 2002. La prescrizione in appello era arrivata anche per ex custodi e dipendenti che in primo grado erano stati condannati. Loro, però, non avevano fatto ricorso in Cassazione.