La difesa del senatore Marcello Dell’Utri ha chiesto oggi in aula al processo d’appello in corso a Palermo all’esponente del Pdl, per concorso in associazione mafiosa, la riapertura dell’istruttoria dibattimentale. Secondo i legali andrebbero acquisite alcune intercettazioni telefoniche dalle quali emergerebbe che esponenti politici avrebbero fatto pressioni sull’avvocato Gregorio Donnaruma legale di alcuni pentiti, tra cui Giovanni Brusca, perché inducesse i collaboratori di giustizia suoi clienti ad accusare il parlamentare.
I difensori del senatore del Pdl, Alessandro Sanmarco, Giuseppe Di Peri e Nino Mormino, hanno chiesto l’acquisizione del verbale di un colloquio da loro avuto, il 20 aprile scorso, con il pentito Antonino Cutolo. Sammarco ha detto che il collaboratore ha raccontato di avere appreso mentre era detenuto, nel 2001, dai due mafiosi Antonino Ganci e Nino Spadaro che Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo avrebbe parlato con Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, per concordare le accuse contro Silvio Berlusconi e lo stesso Dell’Utri. Cutolo infine avrebbe raccontato di avere appreso negli ambienti carcerari che esisteva un progetto per cercare un altro collaboratore di giustizia nell’area di influenza dei fratelli Graviano, boss di Brancaccio. L’obiettivo sarebbe stato quello di screditare esponenti del governo di centro destra , ‘colpevoli’ di avere irrigidito il 41 bis. Dell’Utri in primo grado è stato condannato a nove anni. In appello il procuratore generale ha chiesto una pena di 11 anni.