CATANIA – Una memoria di ventitrè pagine per chiedere la conferma in Appello delle assoluzioni con cui il Tribunale di Catania ha chiuso il processo di primo grado per abuso d’ufficio nella costruzione dei parcheggi in project financing messi in cantiere dalla giunta Scapagnini. E’ il documento depositato lo scorso 26 Marzo dal sostituto procuratore generale Domenico Platania. La disamina dei capi d’imputazione ipotizzati dai Pm ricorrenti, Francesco Puleio e Giuseppe Gennaro, non manca di critiche e dure prese di distanza. A cominciare dalla mancata rilevazione della violazione di legge con cui, secondo il Pg, il governo Berlusconi avrebbe proceduto all’adozione del decreto per l’assegnazione dei poteri speciali per l’emergenza traffico all’allora sindaco Umberto Scapagnini.
“Lo stato d’emergenza e il consequenziale potere d’ordinanza- scrive il Pg- presuppongono il verificarsi di calamità naturali o catastrofi”. Tra questi eventi straordinari, insomma, mancano quelli proposti dal decreto governativo, ovvero “congestione del traffico in ambito urbano” e “elevata presenza di rischio sismico e vulcanico”. In merito alle procedure, invece, Platania ribatte punto per punto ai singoli capi d’imputazione. A cominciare dall’abuso in atti d’ufficio con cui, secondo i Pm ricorrenti, il Commissario straordinario per l’emergenza traffico Umberto Scapagnini e il responsabile dell’Ufficio Speciale Tuccio D’Urso avrebbero assicurato, tramite modifiche progettuali, un ingiusto vantaggio patrimoniale alle imprese concessionarie del gruppo Virlinzi per i parcheggi Europa e Lupo. “Sia i periti nominati dal Tribunale- scrive Platania- che quelli nominati dalla Corte ne hanno escluso la sussistenza, e non può questo Pg che richiamare le relazioni relative, le cui conclusioni sul punto appaiono pienamente condivisibili”. “Per il parcheggio Europa- continua Platania- è stata consentita la realizzazione di tre livelli interrati rispetto ai due originari per recuperare il 15% di superficie da adibire ad attività diverse da sosta, residenza e uffici non essendo specificato nel bando di gara che i relativi spazi dovessero derivare da una riduzione percentuale di quelli previsti nel progetto originario”. I Pm di primo grado, invece, avevano contestato a Tuccio D’Urso la “violazione di principi di trasparenza e della par condicio tra i concorrenti” per aver sostituito con scrittura privata una clausola prevista dal bando circa la gestione di 600 stalli del parcheggio Europa.
Un intervento che il braccio operativo di Umberto Scapagnini volle mettere a segno dopo l’aggiudicazione dell’appalto da parte del gruppo Virlinzi. Al suo posto la realizzazione delle “superfici commerciali pertinenziali nel limite del 15 %” corrispondente, secondo l’accusa, ad un ingiusto vantaggio patrimoniale procurato al Virlinzi, “attesa la realizzazione di un’opera non prevista in origine e palesemente più remunerativa per il concessionario”. Sulla presunta violazione della par condicio e della trasparenza, Platania è tranchant: “Potenziali concorrenti conoscevano bene la suddetta opzione alternativa, e la clausola negoziale sostituita a quella originaria poteva essere inserita fin dall’origine nella convenzione”.
Sempre sul parcheggio Europa, i Pm Puleio e Gennaro avevano ipotizzato che il progetto presentato dalla società del gruppo Virlinzi non fosse idoneo a finanziarsi autonomamente e che il sindaco, nelle vesti di commissario straordinario, avesse posto a carico del Comune “consistenti oneri non coperti da presupposti di spesa”. “Nessuna delle due circostanze- scrive Platania- ha trovato conforto processuale, avendo accertato sia i periti nominati dal Tribunale sia i periti nominati dalla Corte accertato che l’originario progetto del promotore era dotato di un valido piano economico finanziario asseverato da un istituto di credito, laddove nessun contributo a carico del Comune è stato mai previsto per i lavori né mai deliberato”. “Non vi è alcuna traccia- sottolinea il documento- di previsioni in tal senso nell’avviso pubblico di gara né tanto meno nella convenzione né risultano stanziamenti in proposito”.
Il Pg Platania ipotizza, in merito, “un errore del Pm sulla scorta di false informazioni acquisite nel corso delle indagini preliminari”. Contrariamente a quanto sostenuto dall’accusa in primo grado, l’operato di Scapagnini e D’Urso non sarebbe censurabile riguardo alla gran parte delle violazioni dell’ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri: “Ove sussistenti- si legge nella memoria- non sarebbero rilevanti in tema di abuso d’ufficio, oppure sarebbero coperti dalle deroghe dei poteri emergenziali”. Sui numerosi rilievi di irregolarità amministrative, Platania fa appello ai principi di ragionevolezza nell’interpretazione dei contenuti del decreto sullo stato d’emergenza. “Vi è stato- scrive- solo il perseguimento di finalità di pubblico generale interesse, la cui sussistenza non può beninteso essere esclusa sol perché detrattori vari hanno censurato le scelte operate dal commissario straordinario, presumibilmente anche per ragioni politiche”.
In merito alle presunte irregolarità che, secondo i Pm ricorrenti, i membri delle commissioni di valutazione avrebbero commesso per assicurare la gara alla ATI Fincos di Ennio Virlinzi, anziché al Consorzio Uniter dei Fratelli Costanzo, la memoria rimanda direttamente ai contenuti della perizia collegiale disposta dalla Corte d’Appello: “Vi si escludono- osserva il Pg- violazioni dei principi di trasparenza e imparzialità rilevandosi che i Commissari in corso d’opera furono costretti a modificare i criteri prefissati per la selezione, sussistendo errori materiali nella determinazione di essi”. Fu l’intervento del Responsabile unico del procedimento, in questo caso, a sottrarre a Uniter e a “Ferrari” l’appalto del parcheggio Sanzio. Lo stesso che sarebbe stato affidato alla Icob di Mariano Incarbone, imprenditore oggi sotto processo per mafia. “Il Collegio- scrive Palatania- ritiene tale comportamento eticamente scorretto in quanto il Rup non tiene nel giusto riguardo i pareri della Commissione, ma formalmente legittimo”. “La Commissione di valutazione- sottolinea- sarebbe stato un organo consultivo facoltativo quindi non vincolante”.
La parola passa adesso all’organo giudicante, non si attendono colpi di scena.