"Propaganda dall'ufficio stampa" |Esposto alle Fiamme gialle di CbC - Live Sicilia

“Propaganda dall’ufficio stampa” |Esposto alle Fiamme gialle di CbC

Il sindaco Bianco avrebbe violato la legge 28/2000

La denuncia di Anastasi
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CATANIA – Per molto meno, il Corecom del Lazio ha chiesto l’intervento dell’Agcom contro il comportamento della prima cittadina. La sindaca di Roma, secondo quanto inserito nell’esposto, avrebbe violato la legge 28/2000 che prescrive, nel mese precedente il voto, di “garantire la parità di trattamento e l’imparzialità rispetto a tutti i soggetti politici”. La richiesta all’autorità è quella di sanzionare la sindaca per aver utilizzato la comunicazione di Roma Capitale e l’ufficio stampa del Campidoglio. Come si legge sulla pagina romana di Repubblica, la sindaca sarebbe “Colpevole di non aver rispettato le norme alle quali, in questo periodo, devono attenersi i vari attori istituzionali a ogni livello”. “Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto” , recita infatti l’art.9 della legge, “è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace svolgimento delle proprie funzioni”.

Parte da qui l’esposto all’Agcom contro l’amministrazione comunale guidata da Enzo Bianco, per presunta violazione delle regole. Lo ha presentato il movimento Catania Bene Comune in seguito alla recente comunicazione ufficiale di Palazzo degli Elefanti “Dal 29 dicembre, giorno in cui il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto di convocazione dei comizi elettorali per le elezioni politiche, le amministrazioni pubbliche hanno “il divieto di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”. Così recita l’articolo 9 della legge numero 28, del 22 febbraio 2000”, scrive in premessa CbC.

“Il 12 febbraio – prosegue la nota – Catania Bene Comune ha presentato un esposto ad Agcom, Corecom e Guardia di finanza per denunciare l’uso illegale della comunicazione istituzionale del Comune di Catania per svolgere campagna elettorale per i candidati del PD. È infatti vietato dalla legge alle amministrazioni pubbliche, durante la campagna elettorale, “svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”.

Un esposto che sarà integrato, dopo l’invio del comunicato stampa del Comune di Catania sulla visita del “candidato” Paolo Gentiloni, di giovedì prossimo. “Senza alcuna vergogna – continua CbC – l’Ufficio Stampa del Comune ha inviato qualche ora fa un comunicato invitando tutti gli organi di stampa a seguire la visita a Catania di Paolo Gentiloni, Presidente del Consiglio in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, candidato alla carica di deputato del Partito democratico, come capolista, proprio nel collegio di Catania. Il tour di Gentiloni programmato dall’amministrazione comunale in quattro tappe “stabilimento della StMicroelectronics, cantiere per la realizzazione della caserma dei Carabinieri e negli orti urbani, entrambi a Librino e, infine, nel Palazzo degli Elefanti” non ha nulla a che fare, come è evidente, con il disbrigo degli affari correnti di un capo del governo uscente, ma è una passerella elettorale promossa in maniera illegale e assurda da un’amministrazione pubblica. Al fine di accompagnare i giornalisti nella campagna elettorale del candidato Gentiloni – si legge ancora – senza la minima decenza, l’Ufficio Stampa informa che sarà messo a disposizione un autobus dell’Azienda metropolitana trasporti, sottratto al già scarso servizio cittadino. Chissà se per l’occasione sarà agghindato con manifesti e bandierine del PD”.

Per questo, “Catania Bene Comune chiede alle istituzioni competenti di intervenire immediatamente per ripristinare la legalità democratica e la par condicio. Il Prefetto intervenga per impedire che gli uffici pubblici si trasformino in comitati elettorali”.

 

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