PALERMO – Ormai è corsa contro il tempo per “salvare” i Prusst, i piani di riqualificazione urbana che potrebbero alla fine non vedere la luce. Il che sarebbe un esito inglorioso per una vicenda cominciata nel 1998 e che nelle altre parti d’Italia si è conclusa con la realizzazione delle opere, mentre il capoluogo siciliano per anni è rimasto impantanato in dibattiti e discussioni che alla fine potrebbe essere stati completamente inutili.
La commissione Urbanistica di Palazzo delle Aquile ha infatti provato oggi a fare il punto con gli uffici sull’iter non solo del Prusst pubblico del Borgo Vecchio, che fa parte del primo bando del 1999, ma anche su quelli privati del bando del 2006 (in tutto 26) che Sala delle Lapidi ha approvato nel 2013. Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio che potrebbero restare solo sulla carta: la commissione di vigilanza guidata dal ministero e composta dal Comune, dalla Regione e dai privati ha infatti detto a chiare lettere di volere entro metà ottobre (cioè quattro mesi dopo il decreto ministeriale) la documentazione sui Prusst completa di tutto, ovvero con i progetti definitivi che però ancora non ci sono. E qualora questa scadenza venisse rispettata, ce ne sarebbe una seconda: entro 210 giorni, ovvero entro il 10 gennaio 2015, servirebbe la Via (che può concedere solo una conferenza di servizi) e la variante urbanistica approvata dal consiglio comunale.
Insomma, un iter sulla carta molto complesso e laborioso che dovrebbe concludersi in pochi mesi e per il quale servirebbe l’interesse dei privati a realizzare i progetti (che costano) e quello delle amministrazioni pubbliche a far presto. Un’impresa ardua, non c’è che dire, che se non venisse realizzata comporterebbe l’obbligo per il Comune di restituire quasi 400mila euro a Roma per Borgo Vecchio e il dover rinunciare a piani che promettevano di riqualificare la città. Inoltre, anche il Prusst della Maddalena potrebbe avere qualche problema visto che ha chiesto una variante urbanistica e anche lì i tempi potrebbero essere strettissimi.
“E’ la fine dei Prusst – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – solo il coraggio di un imprenditore privato che vuole andare avanti potrebbe tentare di far terminare l’iter, ma sembra difficile. Ancora non ci sono progetti di massima, è una brutta situazione. Credo che i Prusst resteranno solo un ricordo”. “La storia dei Prusst che in Italia è cominciata negli anni Duemila e si è conclusa nei tempi previsti – dice Pierpaolo La Commare del Mov139 – a Palermo è diventata un’odissea. I tempi si sono dilatati per responsabilità di tutti, compromettendo la bontà di questa iniziativa. Questo consiglio comunale ha cercato di recuperare il gap della precedente consiliatura. I tempi che ci impone il ministero sono veramente stretti, ma credo sia dovere nostro e degli uffici fare di tutto affinché i proponenti veramente interessati possano realizzare le idee progettuali”.
“Gli uffici hanno mostrato alcune perplessità sulle opere private – spiega il presidente della commissione Alberto Mangano – ma che la mancata realizzazione dell’opera pubblica possa far ritenere che anche le opere dei privati potrebbero decadere, è in questo momento una semplice preoccupazione. Non possiamo permetterci il lusso di sforare i tempi, bisogna costituire un gruppo di lavoro che si occupi di questa vicenda che è una priorità. Sarebbe una beffa non riuscirci. Gli uffici ci hanno anche segnalato che i 400mila euro per il Prusst di Borgo Vecchio sarebbero insufficienti, per questo propongo di modificare il progetto. Dobbiamo fare in modo che il Comune non debba restituire le somme e dobbiamo permettere agli interventi privati di potere essere realizzati”.