CATANIA – Pullman pronti a partire da Catania per sostenere Matteo Salvini che, tra qualche ora, sarà al Cara di Mineo. L’appuntamento, che gira su Facebook in privato – per problemi di ordine pubblico – è in piazzale Michelangelo: si chiede di portare bandiere della Sicilia, del movimento di Salvini o della Lega. L’idea è quella di supportare il leader politico, per molti l’unica speranza contro la vergogna rappresentata non solo dal centro di accoglienza di Mineo – la cui apertura, paradossalmente, si deve all’ex segretario della Lega Nord, allora ministro, Roberto Maroni – ma dall’intera politica sull’immigrazione portata avanti negli ultimi anni dal Governo.
Il risvolto politico del terribile fatto di cronaca che ha visto brutalmente assassinati nella propria abitazione due anziani, è proprio questo. La crescita esponenziale del consenso nei confronti di un partito -e di un modo di pensare – che, fino a qualche anno fa non avrebbe trovato terreno fertile in una terra come la Sicilia, è un dato significativo che, da solo, dà la misura di quanto la misura sia colma.
Per quanto l’ivoriano accusato del terribile delitto si professi innocente, la “folla” non sembra avere alcun dubbio nell’additare nel Cara e negli ospiti che vi risiedono (che scappano da paesi in guerra) il problema principale.
Un pensiero che non si esaurisce nel dibattito politico. Tutt’altro. Monta sempre di più la rabbia anche tra chi, veste la divisa.
Insomma, la tensione è alta, altissima – appena due giorni fa, Alfonso Di Stefano, della rete anrtirazzista catanese, è stato aggredito in direttta Tv da esponenti di Forza Nuova – e la presenza di Matteo Salvini non servirà certo a stemperarla.
