Quel no di troppo al mutuo | I segreti dell'allontanamento di Pisciotta - Live Sicilia

Quel no di troppo al mutuo | I segreti dell’allontanamento di Pisciotta

Mariano Pisciotta

Non era più gradito, Mariano Pisciotta. Al governatore, e non solo a lui. Questo raccontano tra i corridoi di Palazzo d'Orleans e del Parlamento siciliano. Ma cosa ha portato al mancato rinnovo del contratto? Il retroscena dal nuovo numero di "S". Clicca qui per acquistarlo.

Regione, il retrocena - DA S
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PALERMO – Non era più gradito, Mariano Pisciotta. Al governatore, e non solo a lui. Questo raccontano tra i corridoi di Palazzo d’Orleans e del Parlamento siciliano. Quel ragioniere generale non piaceva più. Aveva scontentato qualcuno, dicono. E alla scadenza del contratto, in pieno caos bilancio, in vista di una Finanziaria lacrime e sangue, il presidente Crocetta ha deciso di puntare su qualcun altro. Anzi, su altri due. Tale era la voglia di “allontanare” Pisciotta, che il governo decideva addirittura di incaricare Giovanni Bologna per pochi giorni, prima di nominare Salvatore Sammartano. Il terzo ragioniere in due settimane.
Ma perché Pisciotta non piaceva più? Il ragioniere, racconta qualcuno, aveva scontentato innanzitutto alcuni burocrati. Quelli ai quali avrebbe richiesto notizie sulla restituzione dei “doppi compensi”. Tra questi dirigenti, ecco nomi che contano parecchio alla Regione, come quello del segretario generale Patrizia Monterosso o di Anna Rosa Corsello, tornata a guidare il Lavoro. E non solo. “Basta non rispondere ‘signorsì’ alle richieste del presidente o di qualche assessore – ha ironizzato infatti il vice capogruppo di Forza Italia, Vincenzo Figuccia – per essere mandati via a sangue freddo”. Il “no” di Pisciotta sarebbe legato anche alla scelta del governo Crocetta di contrarre un nuovo mutuo da due miliardi per onorare i debiti. “Pare che Pisciotta – ha raccontato infatti in quei giorni Nello Musumeci – si sia rifiutato di firmare provvedimenti di spesa, nonostante le pressioni del governo che, per pagare debiti, non trova nulla di meglio che contrarne di nuovi”.
Pisciotta, insomma, avrebbe detto “no”. Soprattutto nei giorni in cui, a contratto già formalmente scaduto, gli è stato chiesto di firmare ad esempio i mandati di pagamento per i duemila dipendenti della mega-società Servizi ausiliari sicilia. Così finisce l’avventura alla guida della Ragioneria del dirigente che arrivò dopo l’addio di Biagio Bossone. Uno degli “esterni” cacciati da Crocetta pochi giorni dopo il proprio insediamento. Da allora, la simpatia e l’apprezzamento di molti deputati e anche – pare – del neo assessore all’Economia Alessandro Baccei, che l’avrebbe voluto confermare. Ma i suoi due anni a guardia dei conti della Regione sono stati contraddistinti anche da battute d’arresto e strettissimi nodi da sciogliere. L’anno scorso il commissario dello Stato impugnò quasi interamente la prima Finanziaria, alla quale Pisciotta lavorò insieme a Luca Bianchi. Dopo l’avvicendamento in via Notarbartolo e l’arrivo di Roberto Agnello le cose non è che siano migliorate di molto. Durante i lavori per la terza manovra dell’anno, ecco la telefonata urgente del Commissario dello Stato Carmelo Aronica: le somme del rendiconto erano sbagliate. Da rifare. “Certo – ha commentato il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone – non è confortante cambiare il terzo Ragioniere generale nel giro di pochi giorni”. Ma quel ragioniere non piaceva più ai “padroni” di Palazzo d’Orleans.


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