Quelle frasi spregevoli| Così umiliavano l'anziano - Live Sicilia

Quelle frasi spregevoli| Così umiliavano l’anziano

Una delle frasi interccettate

Le microspie dei poliziotti hanno registrato i maltrattamenti in una casa di riposo di Palermo

PALERMO – Parole ignobili, frasi ripugnanti. Specie se rivolte ad un anziano indifeso. Le microspie piazzate dai poliziotti hanno registrato i maltrattamenti subiti da un vecchietto di 84 anni, ospite della casa di riposo “Anni Azzurri”, nel rione Zisa, a Palermo

Sono cinque le persone indagate. Il giudice per le indagini preliminari Giuliano Castiglia, su richiesta del procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e del sostituto Maria Rosaria Perricone, ha imposto il divieto di dimora lontano da Palermo a Michele Riccobono, alla moglie Brigida Camarda, ai figli Antonino ed Eduardo, e alla badante Rosa Briolotta.

Alcuni testimoni hanno definito quanto accadeva all’interno della struttura “una situazione spregevole”. Le parole registrate dai poliziotti del commissariato Zisa-Borgo Nuovo sono un pugno nello stomaco. Ci limitiamo ad avvertire il lettore sul contenuto scurrile e le elenchiamo. Non serve aggiungere altro.

“Maiale che sei… porco; magari u signuri la rapissi u cirivieddu di merda; maledetto stai zitto… te lo faccio uscire dal culo il telefono…; mettiti ima minchiazza in mucca e zittuti; appena sento la tua voce veramente ti butto fuori…. e non tifare sentire più per tutto il resto della serata; … testa di minchia… sei una testa di cazzo; fai schifo, prendi un tubo e te lo infili in culo… il signore ti deve prendere”.

L’anziano piangeva. Aveva solo bisogno di andare in bagno e non riusciva a farlo da solo.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI