“Imbarazzante”. Questo è uno dei commenti più quotati sul profilo Facebook di Sergio Tancredi, già parlamentare regionale grillino, poi passato ad ‘Attiva Sicilia’. Tancredi ha pubblicato la foto di un braccio segnato con un numero da campo di concentramento. E la chiosa: “A breve ….per chi non si allinea….. Magari pratica inserita in un DPCM!”. Il parallelismo tra le vittime dell’Olocausto e le restrizioni di cui si discute per i non vaccinati, siamo appunto in zona Greenpass, è apparso lampante.
Non è, purtroppo, un paragone improprio infrequente (e non crediamo di dovere spiegare la differenza tra il Greenpass e Auschwitz). Sui social l’abbiamo riscontrato e ha, verosimilmente, diverse cause. Quali? Specialmente – ci pare – l’abbondanza di reazioni emotive e la mancanza di pensieri un po’ più approfonditi, ma neanche tanto, che sappiano distinguere e argomentare. Uno lancia la parola d’ordine e gli altri lo seguono.
Le reazioni al post di Tancredi sono perlopiù indignate. Qualcuno scrive: “Che vergogna, una provocazione di pessimo gusto. Mi vergogno di aver contributo a mandarla a rappresentare i siciliani”. Ma c’è chi rincara la dose e chi insiste nel vasto mare del web. I no vax sarebbero discriminati come gli ebrei degli anni Trenta in Germania (e successivi), mentre i vaccinati comporrebbero una sorta di razza eletta, in procinto di pubblicare il proprio ‘Mein Kampf’, come Hitler nel 1925.
Curiosamente, sono le stesse argomentazioni (sic) con cui i no vax, in fitta schiera, hanno attaccato Cinzia Orabona, titolare dell’enoteca ‘Prospero’, che ha deciso di aprire il locale soltanto ai vaccinati. La stessa Cinzia ha raccontato: “Hanno paragonato le vaccinazioni all’Olocausto. Mi hanno dato della fascista e della razzista. Accetto critiche ma non insulti. Accetto discussioni civili ma non minacce”. Greenpass e nazismo? Sarebbe il caso di ripassare un po’ la storia. E un po’ anche del resto.