Quello che resta del Papa | tra polemiche e splendore - Live Sicilia

Quello che resta del Papa | tra polemiche e splendore

Il bilancio del viaggio
di
3 min di lettura

Il Papa se n’è andato. E le puttane sono sempre lì, dove sai di trovarle. Bocche sdentate a chissà a chi appetibili nel deserto di via Lincoln e della Marina. Dalla bruttezza delle sue meretrici, intuisci l’orrore senza redenzione di Palermo. La prostituzione mai è bellezza, mai si declina bene col rispetto dell’umanità. E’ sentina di inferno in terra, è violenza. All’orrore noi aggiungiamo una cruda beffa in più, un contributo personale. Anche come inferno siamo in fondo alla classifica: il nostro, nella sua raffigurazione,  fa più schifo di quello degli altri.

Hai ragione Daniela, che l’hai scritto prima di tutti qui su Livesicilia, ora che il Papa se n’è andato con le sue parole profonde, col suo viso da marinaio attraversato da un sorriso ragazzo, ora che non c’è più il suo mantello candido a proteggerci, Palermo ha già tolto la dentiera che aveva incastrato per l’occasione tra le ferite delle sue gengive malcerte. Palermo è una interminabile bocca sdentata. Nelle sue puttane, nei suoi vecchi, nei suoi bambini e pure nei suoi adulti che non hanno incisivi e canini per mordere il destino e portarlo dalla loro parte. E si sa che il pane del Signore non nutre chi non ha denti. E’ sprecato.  Palermo possiede una sua bieca comicità. Benedetto XVI ha portato qui un carico prezioso di speranza. E sapete di che si discute? Di un cartello in cui c’era scritto “I Love Milingo” di una libreria, rimosso dalla polizia. Trattasi di azione squadrista della questura, come è stata descritta da chi  ha vivacemente protestato per l’attentato alla libertà di satira. Ragioni e dibattiti che non ci sogniamo di cancellare. Tuttavia, esistono pure altre ragioni.  Libertà? Satira? A chi scrive quel cartello è apparso un sottinteso vilipendio, una scortesia di cattivo gusto contro un’altissima personalità. Qualcosa che affermava la propria voce senza intelligenza, per per ferire il senso di rispetto e di continenza degli altri. Il famoso confine.
E che dire della solerte professoressa di Addio Pizzo junior che si è lamentata dell’assenza della mafia nella prima fetta del discorso a Messa? Non era il luogo adatto per il Santo Padre che di mafia ha abbondantemente parlato nell’incontro con i giovani, costringendo la suddetta alla retromarcia. Polemicucce sciocche. Bocche sdentate, incapaci di assaggiare un pane che avrebbe la virtù di renderci migliori.

Vogliamo davvero diventare migliori? Vogliamo cambiare? O ci basta aspettare un altro Papa che ci parli di speranza, come il primo che era un grande polacco,  per comprendere che, no, non siamo mutati affatto?
Sulla strada del ritorno a casa, la polvere di una giornata lunghissima è  rimasta attaccata agli abiti e all’anima. Ci sono le puttane senza occhi e con un buco in viso. Ma c’è una siepe di gelsomino tra le macerie, una vera siepe, candida come il mantello di chi è venuto ad annunciarci la buona novella, a domicilio,  qui. Non sappiamo dire se il candore e i fiori siano una risposta alle domande che Palermo non vuole affrontare. Sappiamo che sono lì, in mezzo alle brutture che ci saziano. Sono lì. A portata di cuore.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI