Raciti: "Avanti con Crocetta | Non ho sentito Renzi" - Live Sicilia

Raciti: “Avanti con Crocetta | Non ho sentito Renzi”

Il segretario dei democratici: "Il Pd deve prendere atto delle parole del procuratore Lo Voi e separare le vicende politico-amministrative da quelle giudiziarie. Credo che abbia fatto bene a mantenere una linea di prudenza su una vicenda ancora oscura".

Il caso Tutino
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PALERMO- “Le parole del Procuratore Lo Voi mettono un punto sulla questione. E io lo ringrazio per l’alto senso delle istituzioni dimostrato. Adesso bisogna fare chiarezza. Oggi non ci sono ragioni per interrompere la legislatura. Renzi? Non l’ho sentito e ammetto di essere un po’ perplesso”. Fausto Raciti riemerge da “36 ore di silenzio stampa”, durante le quali ha assistito alle notizie, ai colpi di scena, alle smentite e agli attacchi legati alla vicenda della intercettazione-choc raccontata dall’Espresso. Quella nella quale il primario Matteo Tutino, dialogando col presidente Crocetta, avrebbe fatto riferimento a Lucia Borsellino con parole durissime: “Va fatta fuori, come suo padre”.

“Credo che il Pd – ha proseguito Raciti – deve prendere atto delle parole del procuratore Lo Voi e separare le vicende politico-amministrative da quelle giudiziarie. Il Pd ha fatto bene a mantenere una linea di prudenza su questa vicenda. Torniamo a separare la vicenda politica da quella giudiziaria – ha aggiunto -. Dopo le dimissioni di Lucia Borsellino, il presidente ci aveva chiesto se c’era una via d’uscita e l’ha fatto nominando Baldo Gucciardi alla Sanità e in questa risposta c’era anche una risposta al modello di governo. Gucciardi era un parlamentare e questo era un elemento di novità. Non abbiamo in nostro possesso elementi conoscitivi legati a elementi giudiziari, perché il compito della politica è un altro. Già dalle amministrative – ha raccontato Raciti – lavoriamo al dopo. Avendo posto una questione politica sulla quale è stata data una risposta, credo bisogna continuare a testa alta un lavoro che il Pd ha sempre fatto per dare risposte ai siciliani, che guardano disorientati. Bisogna continuare un lavoro politico che guardi al dopo”.

Guardare al dopo. Ma il presente è ancora “avvelenato” non solo da quella misteriosa telefonata, ma anche dalle dichiarazioni “a caldo” (in qualche caso “a caldissimo”) giunte anche da esponenti di primo piano del Pd a Roma, come il sottosegretario Davide Faraone che ha chiesto le dimissioni immediate di Crocetta, o del vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini che ha chiesto, con toni molto severi, al governatore di “spiegare”. Ma quelle parole, anticipate dall’Espresso, sono state “prese per buone” dalle più alte cariche dello Stato, compreso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Matteo Renzi. “Sorpreso che anche loro abbiano ‘creduto’ a quelle frasi? Ormai – ha spiegato Raciti – viciamo in un mondo dell’informazione nel quale tante cose vengono prese per buone. Non mi stupisce che nessuno si sia posto il problema se quelle frasi fossero fondate o meno. E comunque, in ogni caso, si è trattato di attestati di solidarietà a Lucia Borsellino, non certo di attacchi a Crocetta”. Ma a proposito del premier, Raciti ammette di “non aver sentito Renzi in questi giorni. Una cosa che, lo ammetto, mi lascia un po’ perplesso. Ritengo – dice il segretario regionale del Pd – che sarebbe stata opportuna una consultazione su questo tema”.

Ma intanto, si va avanti con Crocetta. “Noi dobbiamo scindere – ha puntualizzato Raciti – le questioni giudiziarie da quelle politiche. Dal punto di vista politico, noi abbiamo posto un problema al governatore: il cambiamento di un modello di governo. Lui ci ha risposto con la nomina del massimo rappresentante all’Ars del partito, cioè Baldo Gucciardi. Una assoluta novità. Per questo, adesso, dobbiamo pensare alle cose da fare. Se governo e parlamento ‘fanno le cose’, non c’è motivo di interrompere la legislatura. Allo stesso tempo, stiamo guardando al futuro, per lavorare a una alleanza e a una idea di Regione da offrire ai siciliani”. Un cambiamento nel “modello di governo” che è un chiaro riferimento all’influenza esercitata su Crocetta da quello che viene definito il “cerchio magico” dei fedelissimi. Tra questi, proprio il primario di Villa Sofia Matteo Tutino: “Scardinare questo modello era proprio quello che da mesi chiedevamo. La proposta di Baldo Gucciardi in questo senso è chiara. Come si ripartirà nel Pd dopo le dure dichiarazioni di ieri di alcuni big? Non credo ci fosse malafede. Quello che mi preoccupa di più è l’origine di quella intercettazione. Anzi, lo chiamerei ‘materiale di dubbia provenienza. Su questo va assolutamente fatta chiarezza. La crisi di ieri ha ancora ragioni oscure”.


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