Ragazzine adescate su Facebook| La paura corre sul web - Live Sicilia

Ragazzine adescate su Facebook| La paura corre sul web

Quattro vicende e altrettante denunce in poche settimane raccolte dalla Procura della Repubblica di Palermo. Dalla richiesta di amicizia alle foto osé, fino all'invito ad incontrarsi nella vita reale. Poi, le minorenni hanno raccontato tutto ai genitori.

PALERMO - LE DENUNCE
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PALERMO – Quattro vicende e altrettante denunce in poche settimane. La paura corre sul web. Ragazzine minorenni adescate nel più popolare dei social network. Quando hanno capito di essere in pericolo hanno chiesto aiuto, in lacrime, ai genitori. Il loro grido d’allarme è stato girato alla Procura della Repubblica che ha aperto un’inchiesta.

Gli investigatori non sanno ancora se ci sia un unico filo conduttore fra i quattro episodi, ma il modus operandi è identico. Nulla di nuovo specie per chi conosce i pericoli della rete. Ad insospettire è il fatto che gli episodi siano avvenuti tutti a Palermo e a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro.

Tutto comincia sempre con una banale richiesta di amicizia su Facebook. A riceverla una ragazzina che non ha compiuto neppure 15 anni. Dall’altra parte della tastiera c’è un suo coetaneo. O almeno così si presenta. Non c’è certezza che abbia detto la verità. Anzi, il fortissimo sospetto che si tratti di un adulto. Di sicuro è qualcuno che non ha alcuna remora a chiedere alla ragazzina di spedirgli una foto osé. La minorenne, forse per gioco o curiosità, decide di fidarsi. E spedisce uno scatto. Sarà la prima di una lunga serie di richieste.

Il nuovo amico vuole foto sempre più spinte. E se la sua curiosità non sarà soddisfatta condividerà la foto della ragazzina con tutti gli amici della Rete. La minorenne acconsente, poi capisce di essere finita in un tunnel senza uscita. Il ricatto diventa insopportabile. Solo ora avverte i genitori. E parte la denuncia.

Stessa cosa, o quasi, è avvenuta negli altri tre casi. In uno, però, c’è un particolare ancora più inquietante. Perché un uomo, in questo caso gli investigatori sarebbero già arrivati alla sua identificazione, avrebbe cercato di convincere una ragazzina ad incontrarlo. Dalla chat virtuale alla vita reale. Il pericoloso passaggio è stato stoppato dalla paura della minorenne che ha deciso di confidarsi con la madre.

Adesso i pubblici ministeri hanno delegato le indagini per capire se ci siano collegamenti fra i quattro episodi. Ipotesi che appare improbabile. In ogni caso le denunce creano parecchia preoccupazione perché sono la spia di un mondo sommerso. In quanti, si chiedono al Palazzo di Giustizia, non hanno trovato il coraggio di denunciare?

 


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