Rai Sicilia, dopo Morgante | la lotta per la successione - Live Sicilia

Rai Sicilia, dopo Morgante | la lotta per la successione

Il capo della redazione siciliana della tv di Stato è diventato direttore nazionale della Tgr. Dai favoriti agli outsider, ecco chi corre per prenderne il posto a Palermo.

PALERMO – La partita è appena cominciata. E i nomi in campo sono tanti. Ma due o tre sono in pole position. La nomina di Vincenzo Morgante alla direzione nazionale della Tgr Rai apre la sfida per la successione alla guida della redazione siciliana della tv di Stato: un risiko di grande potere e prestigio, ma anche una partita che si gioca su un equilibrio estremamente precario, in una redazione che esce da mesi di scontri interni culminati quattro mesi fa nel licenziamento del giornalista Angelo Di Natale.

Il pallino, adesso, è proprio nelle mani di Morgante. Che da lunedì, quando prenderà servizio a Roma, avrà un mandato pieno: la decisione del consiglio di amministrazione che lo riguarda, infatti, è giunta insolitamente all’unanimità, un po’ perché le dimissioni di Alessandro Casarin – giunte come un fulmine a ciel sereno – imponevano una soluzione rapida e un po’ perché, come sussurrano nella sede Rai di viale Strasburgo, Morgante piace un po’ a tutti, al di là degli schieramenti politici. Naturale, dunque, che per la successione si guardi alle persone più vicine a lui: su tutti, Rino Cascio e Silvana Polizzi, con il primo leggermente favorito dalla cabala (gli ultimi tre capiredattori della Rai Sicilia erano inviati, proprio come Cascio) e dall’età. La linea indicata dal direttore generale della Rai Luigi Gubitosi, infatti, impone il rinnovamento aziendale: e se alla direzione della testata è andato un cinquantaduenne come Morgante, il suo coetaneo Cascio potrebbe essere gradito ai piani alti di viale Mazzini più della cinquantanovenne Polizzi.

Cascio, che può anche contare su un eccellente rapporto con l’area crocettiana, potrebbe però pagare la propria vicinanza agli ambienti cattolici. Gubitosi e Morgante, infatti, sono vicini all’Opus Dei, mentre i capi delle redazioni di Lombardia, Liguria e Piemonte sono di area Cl. “Troppo potere al mondo cattolico”, ragionano alla sede palermitana della Rai. Dove, quindi, potrebbe arrivare un nome più “laico”. Come Silvana Polizzi, o come qualcuno degli altri.

Perché alle spalle di questo binomio, in realtà, ci sono diversi altri candidati di “seconda fascia”. Almeno cinque: la caporedattrice Maria Pia Farinella, cui potrebbe essere affidata la guida della redazione siciliana per evitare un’altra promozione e così contenere i costi, il vicecaporedattore Nuccio Vara, gradito ai crocettiani ma forse penalizzato dall’età, e i capiservizio Nicola Alosi (che a sua volta piace al centrosinistra), Roberto Gueli (vicino a Morgante) e Dario Miceli (il cui nome era già stato fatto negli anni scorsi e che potrebbe garantire una “pacificazione” della redazione).

In lizza, però, sulla carta ci sono tutti i “graduati”. Gli outsider, cioè gli altri due vicecapiredattori (Salvatore Scimé e il catanese Placido Ventura), gli altri due inviati (Rosa Ricciardi e Guglielmo Troina) e gli altri quattro capiservizio (Rino Realmuto, Mario Azzolini, Gian Mauro Costa e Gaetano Tarantino). E se teoricamente nulla vieta che uno dei 35 redattori ordinari vada alla guida della redazione siciliana, tanto che qualcuno si spinge a fare il nome di Lidia Tilotta, la super-promozione sembra improbabile.

Nell’elenco, però, potrebbe spuntare un nome a sorpresa. Un nome di calibro: Filippo Landi, storico inviato della Rai a Gerusalemme, ha infatti preso casa a Sambuca di Sicilia, e fino a qualche settimana fa il suo approdo in viale Strasburgo era dato per certo. E qui la partita si allarga: la nomina di Landi a Palermo genererebbe un effetto domino che libererebbe sedi estere ambite come Istanbul e Il Cairo. Questa soluzione, però, oggi viene considerata improbabile da molti.

Per decidere, comunque, passerà almeno un mese. La prassi prevede che Morgante, in carica da lunedì, presenti una proposta a Gubitosi, che poi avrà l’ultima parola. Nel frattempo la guida della redazione siciliana potrebbe passare a uno dei suoi vice (in pole quello con più anzianità di servizio, Salvatore Scimé, e di nuovo Silvana Polizzi, che ha guidato la transizione da Giancarlo Licata a Salvatore Cusimano e da questi a Morgante), ma ai piani alti di viale Mazzini non escludono che l’interim venga assunto da un dirigente mandato appositamente da Roma. Perché nella redazione lacerata dalle polemiche un nome esterno potrebbe calmare le acque. Aspettando la fine della più tesa delle partite.


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