PALERMO – Dopo settimane di trattative, rinvii e tira e molla, arriva la tanto attesa firma sul pre-accordo tra la Rap e i sindacati. Un accordo che fa tirare un sospiro di sollievo ai palermitani che hanno passato dicembre sommersi dall’immondizia, per le note criticità dell’azienda, e che adesso potranno sperare di vedere tornare il capoluogo pulito grazie al riequilibrio dei conti.
Il buco, del resto, non era indifferente: 14 milioni di euro tondi tondi, che andavano colmati senza aumentare ulteriormente la Tares e che rischiavano di far fallire la Rap sulla falsa riga dell’Amia. Scartata l’ipotesi dei contratti di solidarietà, tanto indigesta per i sindacati, la quadratura del cerchio si è trovata con sacrifici spalmati tra dipendenti e amministrazione comunale.
A conti fatti, i dipendenti metteranno sul piatto sei milioni di euro (tra congelamento del rinnovo contrattuale 2014, contrattazione di secondo livello sul domenicale, ok ai prepensionamenti e rinuncia all’istituto contrattuale nazionale sulla produttività, a prescindere dal risultato, oltre alla rinuncia alla fornitura annuale per vestiario e dispositivi per i lavoratori); tre milioni si risparmieranno dal passaggio del servizio di pulizia caditoie (e relativi 174 addetti) all’Amap e altri cinque li mette Palazzo delle Aquile con servizi aggiuntivi.
I sindacati e l’azienda faranno inoltre il punto ogni tre mesi, valutando il raggiungimento degli obiettivi previsti nel piano industriale che dovrebbe portare in un triennio al risanamento completo dell’azienda e agli utili. Obiettivi che dovranno necessariamente essere centrati, per evitare nuovi buchi in bilancio. L’accordo prevede inoltre che, in caso di utili, questi vengano utilizzati per “scongelare” alcuni istituti contrattuali.
Firmato l’accordo, adesso il tavolo si allarga alla curatela fallimentare di Amia per la cessione definitiva dei rami d’azienda da effettuare entro il 20 gennaio. Inoltre, il pre-accordo potrà fare da base per il nuovo contratto di servizio tra Comune e Rap.
“E’ stato un accordo sofferto, frutto dei sacrifici fatti dai lavoratori, dal Comune e dall’azienda – dice Massimiliano Giaconia di Alba – registriamo il buon senso dell’azienda e dell’amministrazione comunale. Ci siamo impegnati a rivederci periodicamente per fare il punto sui conti ogni tre mesi. L’azienda farà investimenti seri per produrre ricavi”. “Siamo soddisfatti dell’accordo – dice Dionisio Giordano della Cisl – frutto di tante riunioni dalle quali viene inequivocabilmente fuori che abbiamo dato un contributo di sei milioni, che il Comune ha dato servizi aggiuntivi per 5 e che si risolverà agli inizi del 2014 la vicenda caditoie. Non dimentichiamo il contributo dei palermitani e continueremo ad impegnarci per dare servizi alla città ma con dotazioni idonee di mezzi e attrezzature. Siamo inoltre fiduciosi che la Regione possa far sì che la discarica di Bellolampo riapra anche ai comuni dell’hinterland che non vogliono più conferire in altre province. Riapertura che consentirebbe ricavi netti annui di 3,75 milioni: con la differenziata si conferiranno meno rifiuti e potranno beneficiarne altri comuni. Se ci fosse la certezza per il secondo semestre del 2014 di un paio di milioni, potremmo fare nuovi investimenti”.
“Grazie al Presidente Marino e grazie ai rappresentanti dei lavoratori dell’Amia, che con questo accordo potranno presto definirsi lavoratori della Rap e che hanno dato oggi un importante segnale di assunzione di responsabilità per il bene della città – dice Orlando – l’amministrazione ha fatto tutto quanto possibile per ridurre il carico economico sui lavoratori e le soluzioni individuate nell’accordo permetteranno ora di favorire il raggiungimento di obiettivi di qualità dei servizi. Grazie a queste scelte, per cui va dato atto ai sindacati di aver mostrato grande lungimiranza e capacità di guardare al futuro, siamo tutti insieme riusciti a non aumentare ulteriormente il carico fiscale sui cittadini e a gettare le basi per un piano industriale che mira a rendere la gestione dei rifiuti economicamente vantaggiosa, oltre che sempre più sostenibile sotto il profilo ambientale”.
“Non è stato inutile il tempo trascorso al tavolo delle trattative per definire gli accordi necessari per il proseguimento della gestione della Rap – dice il presidente dell’azienda Sergio Marino – sono soddisfatto per i risultati ottenuti grazie al grande senso di responsabilità e maturità in primis dei lavoratori e di tutti i componenti del tavolo delle trattative. Il dialogo e il confronto ci consentirà per il proseguo della nostra attività di potere monitorare periodicamente lo stato di salute della nostra azienda e quindi verificare se gli elementi che sono stati messi in discussione per raggiungere il pareggio di bilancio sono stati efficaci ed efficienti. Gli operai hanno contribuito con la loro produttività, con il congelamento e il rinnovo contrattuale del 2014 e anche sui domenicali, ferie soppresse e festivi, ma tutto ciò è stato possibile grazie all’impegno dell’amministrazione comunale e ad una forte volontà del Sindaco di venire in soccorso con interventi indispensabili affinchè si raggiungessero gli obiettivi per il pareggio di bilancio. Naturalmente la Curatela dovrà tenere in debita considerazione il concreto ed unanime accordo oggi siglato”.
Nel dettaglio, il verbale siglato prevede l’attivazione degli impianti (trattamento di percolato, Tmb, sesta vasca di Bellolampo, impianto digestione anaerobica Forsu) e lo sviluppo della differenziata. Nel piano industriale 2014-2016 ci sono investimenti in mezzi e attrezzature per i servizi di igiene ambientale e per la gestione della discarica, mentre alla voce ricavi il Comune ha assegnato alla società ulteriori servizi che riguardano disinfestazioni e derattizzazioni (3,1 milioni), servizio di pulizia in seguito a manifestazioni e eventi (1,2 ) e pulizia delle sedi giudiziarie (4,5). Previsti incontri mensili e trimestrali con i sindaci, oltre a una verifica fra sei mesi. In caso di “scostamenti significativi rispetto alle previsioni economiche”, i sindacati si sono impegnati a intervenire su altri istituti contrattuali o ad individuare altre forme di riduzione del costo del lavoro per consentire, comunque, il pareggio del bilancio 2014. Insomma, se gli obiettivi non si raggiungono o si creano altri buchi, a pagare tutto dovranno pensare i lavoratori.

