CATANIA – Agivano con la tecnica dell’acetilene per mettere a segno rapine nelle aree di servizio autostradali e in alcuni supermercati. Pericolosa l’organizzazione criminale che è stata disarticolata grazie all’inchiesta serratissima della Polizia giudiziaria della polstrada di Catania. Al gruppo criminale capeggiato da Alfio Maugeri per gli “acesi” e da Liborio Previti per i “ripostesi” sono contestati sei tra rapine e tentate rapineche hanno fruttato un bottino di oltre 200 mila euro. I colpi si sono consumati da settembre 2012 a marzo 2013, quando la polizia riuscì ad arrestare in flagranza il gruppo operativo.
Facevano esplodere la cassa continua con un metodo – quello dell’acetilene – che ha dato anche il nome all’indagine coordinata dalle pm Valentina Sincero e Rosaria Molè. “Inserivano della cassa continua una cannula – ha spiegato il vicequestore Marco Calvisi della Polstrada – collegata alla bombola di gas l’acetilene. Le feritoie venivano poi sigillate con poliuretano espanso e del das: quando l’aria all’interno della cassaforte era satura veniva fatta saltare in aria”. “La tecnica dell’acetilene – aggiunge il sostituto Luciano Di Francesco della Pg – era comunemente usato in Toscana e in Emilia, prima delle rapine del 2012 a Catania c’era stato solo un precedente in Corso Sicilia”.
La deflagrazione provocata è potentissima e il rischio è che può andare distrutto anche il contante custodito all’interno. E così è accaduto per la rapina ai Mercati Generali di via del Rotolo a Catania del 3 marzo 2013 dove andarono in fumo 43 mila euro. Una perdita che portò a pianificare un nuovo piano criminale, ma l’organizzazione già sotto il controllo e monitoraggio della polizia giudiziaria fu fermata prima del colpo a un supermercato a Santa Venerina. Furono ammanettati il 9 marzo 2013 pochi metri prima dell’entrata del negozio: erano nascosti in un furgone già incappucciati e armati.
L’indagine parte da una rapina messa a segno a settembre del 2012 all’area di servizio di Aci Sant’Antonio in direzione Catania, tre mesi dopo scelgono la stazione in direzione Messina. In due colpi racimolarono 62 mila euro. Nella seconda occasione, però, commettono un errore fatale che permetterà alla Stradale di identificare il gruppo di rapinatori. Una macchina, una Ford Fiesta, che stava facendo da staffetta e vedetta per monitorare l’area di servizio sull’autostrada ad un certo punto fa marcia indietro. Dallo studio dei filmati gli investigatori “fiutano” qualcosa di sospetto in quella manovra. E da una serie di accertamenti incrociati arriveranno a molti dei nomi elencati nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip Daniela Monaco Crea. “Abbiamo utilizzato il sistema Tetras Analyst – spiega l’ispettore Benedetto Morabito – che permette di elaborare e incrociare diverse utenze che sono state agganciate da una cellula telefoniche: dall’analisi di migliaia di record siamo riusciti a trovare degli elementi in comune tra la prima rapina e la seconda”. E così il cerchio si è chiuso, fino al blitz di oggi.
Sei i soggetti finiti in carcere: Alfio Maugeri (già detenuto), vicino ai Santapaola, Marco Musmeci, Orazio Pappalardo (già detenuto), Andrea Sapienza, Giuseppe Castorina e Liborio Previti. Gli ultimi due sono volti noti alle forze dell’ordine anche per il loro coinvolgimento nel doppio agguato di Mascali e Riposto dell’anno scorso. Quattro persone sono agli arresti domiciliari: Salvatore Pappalardo, Salvatore Patanè, Giuseppe Finocchiaro e Gaetano Zammataro. Tre, invece, i soggetti sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza: Gaetano Florio, Ignazio Rao, Alessandro Previti (fratello di Liborio). Due le persone che risultano irreperibili.
“Erano pericolosi” – sottolinea il dirigente Cosimo Maruccia evidenziando che nel corso della rapina è stato anche esploso un colpo di fucile. Era infatti un gruppo che poteva contare su alcune armi e non solo. Le indagini, con il supporto delle intercettazioni, hanno permesso di ricostruire il modus operandi di agire della consorteria di malviventi. Ogni gruppo aveva il proprio ruolo: gli acesi di Maugeri si occupavano a livello operativo e programmatico delle rapine, mentre i ripostesi di Previti avevano il compito di procurarsi le macchine pulite per poter “defilarsi” dai controlli della polizia. Una volta messo a segno il colpo fuggivano con delle auto rubate che in un luogo sicuro venivano sostituite con altre automobili, e in quello stesso istante avveniva anche il cambio d’abiti. Poi per un po’ di tempo i rapinatori si nascondevano in un appartamento fino a che le acque non si calmavano.
L’indagine va avanti è gli agenti di Pg della Stradale scoprono che il gruppo di ripostesi era dedito ad un’altra attività illecita: spaccio di cocaina e marijuana. Per “l’erba” il gruppo aveva creato una “piantagione” casalinga a Riposto (che è stata sequestrata dalle fiamme gialle nel corso di un’operazione), mentre per il rifornimento di cocaina i picciotti di Previti si rivolgevano al catanese Giuseppe Finocchiaro.