"Vittima e carnefici in pizzeria" | Il conto? Lo pagano i rapinatori - Live Sicilia

“Vittima e carnefici in pizzeria” | Il conto? Lo pagano i rapinatori

Grottesca vicenda a Palermo. Tra le pagine della sentenza che ha condannato cinque presunti rapinatori a pene pesanti, c'è il ricordo di una insolita serata in pizzeria. La vittima, un autotrasportatore, cenò assieme a chi gli aveva puntato la pistola contro.

PALERMO – Tutti insieme. Seduti allo stesso tavolo. Vittima e carnefici, per una pizza in compagnia. Perché rapinatori di Tir lo sarebbero stati, ma anche capaci di gesti di cordialità come ricorda il giudice nelle motivazione della sentenza con cui, nel dicembre scorso, ha condannato cinque imputati a pene pesanti.

Solitamente si limitavano a offrire il caffè all’autotrasportatore rapinato. Quella sera di cinque anni fa, però, andarono oltre e si accomodarono al tavolo di un noto locale di via Principe di Palagonia. Come se nulla fosse. Mangiarono una buona pizza e andarono via, dopo avere pagato il conto. Conto rimasto in sospeso, per cause di forza maggiore, in un bar di viale Regione Sicilia. Fabio Prestigiovanni e Antonio Lo Coco, due presunti componenti della banda di rapinatori (condannati a dieci anni ciascuno), furono arrestati mentre sorseggiavano un caffè assieme ad un’altra vittima. Loro sarebbe stato il compito di portare il conducente del mezzo pesante a spasso per la città in attesa che i complici ripulissero la merce.

Un modus operandi ripetuto, secondo l’accusa che ha retto davanti al Gup Nicola Aiello, ventuno volte. Tanti sarebbero stati i colpi messi a segno dalla banda di cui avrebbero fatto parte, oltre a Prestigiovanni e Lo Coco, anche Ludovico Blandino, Antonino Carra (condannati a otto anni ciascuno) e Giovanni Amodeo (4 anni). Avevano patteggiato la pena Alessandro Noto (otto mesi), Antonino D’Alessandro (un anno) e Filippo Abbate (un anno e otto mesi).

L’autotrasportatore veniva agganciato mentre era fermo in una piazzola dell’autostrada oppure in pausa pranzo in una stazione di servizio. Gli puntavano contro la pistola e lo costringevano a seguirlo, mentre altri si mettevano al volante del Tir. Destinazione: un magazzino di Carini dove la merce veniva scaricata. Pneumatici, prosciutti, panettoni, passate di pomodoro, detersivi, vernici, birra, latte: i rapinatori avevano un gran bel da fare.

È stato lo stesso Amodeo a raccontare dell’insolita cena. La vittima nel 2008 venne bloccata nei pressi di Ficarazzi. Mai, probabilmente, si sarebbe immaginato di trascorrere la serata in pizzeria, davanti a una margherita fumante, in compagnia dei rapinatori che poco prima gli avevano puntato una pistola contro.

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