L’ultima persona scomparsa in Sicilia è Filadelfo Alessandro, 89 anni, di Lentini, nel Siracusano. L’anziano si è allontanato da casa a bordo della sua motoape lunedì 7 agosto. I familiari, dopo le prime ore di ricerche, hanno presentato una denuncia al commissariato della città. L’uomo è stato trovato morto nella serata del 10 agosto nei pressi di una vecchia scuola del luogo. Spesso si tratta di epiloghi annunciati.
A volte il miracolo avviene e le ricerche portano a un esito felice, come nel caso di Debora Platano, 29 anni, di Partinico, in provincia di Palermo. È scomparsa lo stesso giorno di Filadelfo ma per lei la vicenda si è conclusa bene: è stata ritrovata il 9 agosto. Lo stesso non può dirsi per Paolo Catanesi, un pensionato di 79 anni, affetto da demenza senile, scomparso il 4 agosto dalla sua abitazione, a Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese. Il suo cadavere è stato trovato dai carabinieri dopo quattro giorni in un terreno di contrada Femminamorta.
Le motivazioni della scomparsa
Quale molla fa scattare la volontà di sparire? E’ un mistero spesso difficile da risolvere. In alcuni casi l’allontanamento dipende dalla mera “voglia di evadere”, come ha raccontato Maria Grazia Quartuccio, 64 anni: la paziente di Villa Sofia, lo scorso 20 giugno, dopo aver firmato le dimissioni volontarie, si era allontanata senza dare più notizie. È stata ritrovata una settimana dopo: “Ho passato giorni a vagare, ho dormito su una panchina vicino alla fermata del bus 107. Avevo bisogno di libertà, volevo evadere”, ha raccontato.
Le ricerche
Persone dal passato difficile, di cui – da un momento all’altro – si perdono le tracce e non si hanno notizie per settimane, mesi, anni. Donne, uomini, bambini spariti, senza apparente motivo. Vite sospese. Risucchiate nel nulla. In campo task force e droni. Quest’ultimi essenziali per le ricerche. È grazie ai droni, ad esempio, che è stato ritrovato il corpo senza vita di Luigi Firenze, 81 anni, scomparso nel territorio di Cinisi, nel Palermitano, e trovato una settimana dopo, il 16 luglio, nella zona sottostante alla Grotta delle Aquile. Non sempre si può tirare un sospiro di sollievo e gli scomparsi vanno a ingrossare l’elenco di morti di cui non si sa nulla.
I dati del rapporto per le persone scomparse
Secondo i dati del rapporto del Commissario di Governo per le persone scomparse, Maria Luisa Pellizzari, curato anche dal suo vice Andrea Cantadori, e relativo al primo semestre 2023 (1° gennaio – 30 giugno 2023, ultimo aggiornamento ufficiale), la Sicilia è la regione con il numero maggiore di denunce di scomparsa presentate: sono 3.366 i casi. La nostra isola è al primo posto anche per quanto riguarda il numero di casi di persone ritrovate: sono 1.092 nel primo semestre 2023. In media, infatti, solo un terzo delle persone scomparse vengono ritrovate.
Persone scomparse di nazionalità italiana
Un’ulteriore analisi – su base regionale – monitora il fenomeno delle persone scomparse di nazionalità italiana, individuando nella Lombardia la regione dove si registrano più denunce di scomparsa con 789 casi, corrispondenti al 17,4% del dato nazionale (4.531 casi). La Sicilia si trova al quinto posto con 466 casi, (rispetto ai 442 del primo semestre del 2022), preceduta da Emilia-Romagna (350), Campania (558), e Lazio (421).
Minori italiani
Analoga rilevazione viene elaborata per gli scomparsi di nazionalità italiana minori di 18 anni. Anche in questo caso la regione in cui si registra il maggior numero di scomparse è la Lombardia con 429 casi, pari al 20,2% del dato nazionale (2.123). La Sicilia registra 244 casi, rispetto ai 177 casi del primo semestre dell’anno precedente. La Campania 227 e l’Emilia Romagna 183.
Minori stranieri scomparsi
Dall’analisi emerge, inoltre, che per l’87,1% dei casi (7.403 su un totale di 8.500 casi) la motivazione registrata è “allontanamento volontario”. Per quanto riguarda i dati sui minori stranieri emerge che la percentuale più alta riguarda casi di scomparsa di persone di età compresa tra i 15 e i 17 anni (6.579 su 7.503 casi, pari al 87,7%).
Il monitoraggio del fenomeno degli scomparsi di nazionalità straniera, nel riepilogo su base regionale, individua nella Sicilia la regione con il più alto numero di denunce di scomparsa (2.900), pari al 34,1% del totale nazionale (8.500 casi). Nel primo semestre 2022 sull’isola i casi erano 2.058.
La stessa rilevazione dei dati sui minori stranieri, distinta per regioni, indica ancora la Sicilia, con il 36,2% dei casi di scomparsa, la regione con il più alto numero di denunce (2.718 casi). Quasi il doppio rispetto al 2022 quando i casi erano 1.754.
Fenomeno in aumento per l’arrivo di migranti sull’isola
“Negli ultimi anni, in Sicilia, il fenomeno delle persone scomparse si è moltiplicato con gli arrivi dei migranti sull’isola. Avendo tutti questi sbarchi, è la regione più sottoposta agli arrivi delle persone straniere e il ritrovamento diventa più difficile. La maggior parte degli scomparsi sono minori stranieri, dai 13 ai 17 anni, che arrivano nel nostro Paese. Cercano un lavoro, un futuro per la loro vita. Vengono messi in centri di accoglienza da dove scappano in continuazione. E li perdiamo di vista. Andrebbero intercettati prima”, spiega Elisa Pozza Tasca, portavoce nazionale di “Penelope (S)comparsi”, che da anni è impegnata sul fronte delle persone scomparse.
“La scomparsa delle persone è un problema sociale”
Tasca parla di “problema sociale”. “La scomparsa delle persone non è un reato – aggiunge -. Seguo la problematica da quando ero deputata in Parlamento e da quando, nel mio paese, a Bassano del Grappa, è scomparsa una ragazza in Tunisia. Questo evento mi ha scosso la coscienza e mi sono attivata per aiutare la famiglia di questa giovane donna”.
Tasca: “La denuncia deve essere precisa e dettagliata”
“Con la legge 203 del 14 novembre 2012 (Disposizioni per la ricerca delle persone scomparse), si dà alle famiglie la possibilità di denunciare la scomparsa immediatamente, anche telefonicamente – spiega Tasca – . La denuncia è da confermare successivamente in presenza, in forma scritta. L’importante è denunciare subito. La denuncia deve essere precisa e dettagliata per aiutare il ritrovamento della persona o dare un nome al cadavere. Con la denuncia viene aperta una scheda “ante mortem” in cui vengono inseriti i particolari delle persone scomparse: dai tatuaggi, alle cicatrici, fino alla presenza o meno di capsule dentarie. Sono dettagli importanti per le ricerche e il ritrovamento”.
I consigli per chi denuncia
Il consiglio di Tasca ai familiari è quello di “essere sinceri”. “Chi ha un parente che soffre di Alzheimer, ad esempio, fa fatica a denunciarlo subito, ma è importantissimo farlo per aiutare le ricerche. Noi sappiamo che un anziano che soffre di Alzheimer, se si perde, non si ricorda da quale casa è uscito, ma va alla ricerca delle abitazioni di quando era più giovane. Denunciare subito ed essere chiari è il primo passo per aiutare le ricerche e quindi i familiari della persona scomparsa”.
Tasca è tra i soci fondatori dell’associazione “Penelope Italia”: “Ho conosciuto la famiglia di Emanuela Orlandi, di Denise Pipitone, di Angela Celentano, di Elisa Clapse. Sono riuscita ad aprire nel 2007 l’ufficio del Commissario straordinario delle persone scomparse, è una mia conquista. Sono trascorsi dieci anni dal testo di legge 203 e 15 anni dall’istituzione dell’ufficio del Commissario straordinario. Ma la battaglia non è ancora finita”.