Regione fuori da Italkali | Esposti e polemiche - Live Sicilia

Regione fuori da Italkali | Esposti e polemiche

La dismissione della quota pubblica della grande industria mineraria è imposta dalla legge di stabilità. I soci privati la considerano decaduta e sono pronti a pagare tre milioni. Il Bilancio: “L'iter non è concluso”. E l'ex assessore Armao presenta una denuncia alla Corte dei Conti: “Perché non si è proceduto alla vendita?”

PALERMO – Sul “grande affare del sale” che ruota attorno a Italkali si è appuntata anche l’attenzione del Corriere della Sera. Che nei giorni scorsi ha scritto della vicenda della (quasi ex) partecipata regionale, parlando di “privatizzazione surrettizia”. Ora arriva anche un esposto alla Corte dei Conti “sulle determinazioni del Presidente della Regione e del Governo regionale relative alla cessione della partecipazione regionale in Italkali S.p.a.”, presentato dall’ex assessore regionale all’Economia Gaetano Armao. Nell’esposto, indirizzato per conoscenza anche all’Anticorruzione, Armao parla di “procedure di dismissione avviate nel 2012 ed inopinatamente interrotte”.

Il caso è quello della decadenza della partecipazione della Regione nell’industria, una delle più importanti realtà europee per estrazione, lavorazione ed esportazione del salgemma (circa 90 milioni annui di ricavi). Partecipazione che da anni la Regione avrebbe dovuto vendere. Armao fa riferimento all’articolo del Corriere, secondo la cui ricostruzione “anche sulla scorta di quanto sostenuto dall’amministratore delegato della Società interessata, la Regione avrebbe perduto la partecipazione del 51% in favore dei soci privati a seguito di una ‘privatizzazione surrettizia’”. L’articolo “segnalava, peraltro, che le procedure di dismissione di detta partecipazione regionale – si legge nell’esposto – si sarebbero inopinatamente interrotte a causa dell’esito infruttuoso della procedura ad evidenza pubblica per la selezione dell’Advisor”. Al riguardo Armao ricorda di avere approvato, da assessore all’Economia, nel settembre 2011 “il piano delle dismissioni delle partecipazioni regionali non strategiche (tra le quali, per l’appunto Italkali spa) mediante procedura ad evidenza pubblica e previa individuazione del valore da parte di un Advisor professionale, anch’esso scelto con gara”. La gara è stata aggiudicata nel novembre 2012, secondo quanto ricostruisce Armao, a Meliorbanca. Nel frattempo Rosario Crocetta era diventato presidente della Regione. E secondo Armao, Palazzo d’Orleans e l’assessorato all’Economia “avrebbero dovuto procedere alla dismissione della partecipazione non strategica senza indugio alcuno. E invece nulla, due anni e mezzo di silenzio e più di qualche omissione”.

Secondo Armao l’uscita di scena della Regione prospettata dai soci privati come dato di fatto in base a quanto previsto dalla legge di stabilità comporterebbe un danno erariale perché farebbe incassare alla Regione meno di quanto si sarebbe ottenuto dalla dismissione (“la partecipazione secondo la Corte dei conti – scrive Armao – varrebbe più di 20 milioni di euro, mentre secondo i privati non potrebbe eccedere i 3/4 milioni”). “Occorre quindi chiedersi – conclude Armao nel suo esposto -: chi ha interrotto il procedimento già incardinato per la privatizzazione? Quali interessi hanno prevalso, su quelli pubblici già delineati di incasso dei proventi dalla dismissione della partecipazione azionaria e di valorizzazione dell’azienda?”.

Secondo gli uffici dell’assessorato all’Economia, però, quello stop è legato a un contenzioso che ha portato al sequestro delle quote della Regione. “Non potevamo venderle”, spiegano dall’assessorato. Secondo i dirigenti del Bilancio la stima del “valore nominale” dell’azienda si attesta attorno ai sei milioni. “Ma – aggiungono – bisognerà verificare il valore di mercato. E la procedura in questo senso è ancora in corso. Per questo l’iter non si può considerare concluso, definito”.

Dal canto loro, i privati premono per poter liquidare al socio pubblico (l’amministrazione regionale, che avrebbe dovuto avviare l’uscita da Italkali già dal lontano 1999) quanto dovuto, ma la Regione frena. Del carteggio ha dato notizia nei giorni scorsi il quotidiano Milano Finanza. A febbraio, scrivendo a Presidenza della Regione e assessorato al Bilancio, Italkali – che intanto ha pronto un investimento da 250 milioni sull’estrazione di kainite (300 posti di lavoro) in attesa di autorizzazioni dalla Regione – si diceva pronta a versare all’amministrazione regionale 3,06 milioni, proprio in virtù della legge di stabilità che impone la cessazione delle partecipazioni non strategiche. La cifra costituisce la quota di capitale corrispondente alla partecipazione cessata della Regione. La società si impegnava ad attenersi “al valore che risulterà accertato” secondo le norme del codice civile. La risposta della Regione si è avuta con una breve missiva del ragioniere generale nella quale si informa che l’amministrazione “è dell’avviso che il termine previsto dalla normativa nazionale è da considerarsi ordinatorio e non perentorio”. Interpretazione contestata dalla società. La Regione in questo senso ha chiesto anche un parere all’Ufficio legislativo e legale. Parere del quale attende ancora l’esito.

Anche i sindacati hanno suonato il campanello d’allarme. “Abbiamo sempre sostenuto la necessità di porre fine alla stagione della regione imprenditrice – hanno dichiarato Cgil e Filctem – ma questo non può avvenire svendendo  un’azienda che fattura oltre 80 milioni l’anno e consentendo che a fare il prezzo sia chi ha interesse a sborsare il meno possibile”. Dal canto suo, l’amministratore delegato di Italkali Francesco Morgante allo stesso MF ha commentato che “il valore delle quote è solo un falso pretesto. La partecipazione della Regione al capitale della società era vietata dal 2008: e tutto questo non aveva scandalizzato nessuno”.


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