PALERMO – L’emergenza Coronavirus fa accelerare la Regione nel ricorso al tele lavoro, al lavoro da casa. Ieri l’assessore alla Funzione pubblica Bernadette Grasso e il dirigente ad interim Giovanni Bologna hanno inviato a tutte le strutture dell’amministraizione la direttiva che permetterà il lavoro da casa da parte dei dipendenti regionali. Fino ad ora lo smart working poteva essere consentito sulla base di un progetto e cioè di un’attività di organizzazione e coordinamento degli uffici da parte del dirigente, adesso, invece, “considerata l’urgenza contingente connessa all’emergenza epidemiologica da Covid-19” si potrà procedere alla concessione di “singole autorizzazioni”. Alla Regione il telelavoro così partirà per ciascun dipendente su richiesta di chi vorrà ricorrervi. Ecco come funzionerà.
L’autorizzazione dovrà essere rilasciata da dirigente generale di ciascun dipartimento e potrà valere per un tempo massimo di 30 giorni. Il capo dell’ufficio potrà privilegiare alcuni lavoratori piuttosto che altri in ragione di specifiche condizioni e per ragioni di funzionalità dell’ufficio. In particolare,nella concessione del via libera al lavoro da casa, saranno preferiti i dipendenti immunodepressi e quindi maggiormente a rischio, i disabili, le lavoratrici nei tre anni successivi alla conclusione del congedo per maternità e i dipendenti che devono prendersi cura dei figli minori. Tutti gli altri dipendenti potranno ricorrere al sistema di lavoro anche se qualcuno dovrà comunque recarsi in ufficio per non rischiare che l’attività sia paralizzata.
Nella fase di lavoro da casa, la Regione dovrà essere informata del luogo da cui lavora il dipendente e del recapito da cui è raggiungibile. Ai dipendenti è dato l’obbligo di comunicare le ragioni che lo potrebbero portare ad allontanarsi da casa durante l’orario individuato per il lavoro. Sarà come essere in ufficio ma da casa e quindi a chi si avvarrà della forma di lavoro è richiesto il rispetto del tempo di servizio fissato dal contratto. Non saranno riconosciuti i buoni pasto. Ognuno dovrà usare la propria strumentazione informatica e non saranno riconosciuti i costi dei consumi elettrici o dell’accesso a internet.
Infine ci sono le regole per misurare la prestazione realizzata dai dipendenti. L’autorizzazione allo smart working infatti dovrà contenere i risultati attesi, le forme e le modalità di monitoraggio e controllo sulla prestazione lavorativa. Infine i permessi dovranno prevedere il potere che i dirigenti potranno esercitare in quanto datori di lavoro.