Renzi inaugura la torre "Latteri" |Presente l'establishment catanese - Live Sicilia

Renzi inaugura la torre “Latteri” |Presente l’establishment catanese

Dura appena un’ora l’inaugurazione del centro di ricerca scientifica che suggella “la sinergia” tra il governo nazionale, l’Università e l’amministrazione comunale.

Il tour del presidente
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CATANIA – La prima tappa del tour siciliano del premier Matteo Renzi inizia con il taglio del nastro della Torre Biologica. Dura appena un’ora l’inaugurazione del centro di ricerca scientifica che suggella “la sinergia” tra il governo nazionale, l’Università e l’amministrazione comunale. Il premier, in abito scuro, dribbla i giornalisti e va a visitare i laboratori del centro. A fine tour Renzi trova ad attenderlo una vasta platea. C’è un bel pezzo di “establishment” catanese GUARDA TUTTE LE FOTO. Dalle autorità religiose a quelle militari. Ci sono soprattutto tanti volti noti del mondo della politica e dell’economia: gli editori Mario e Domenico Ciancio, il vice  presidente vicario di Confindustria Catania Antonello Biriaco, i deputati nazionali Giovanni Burtone, Giuseppe Berretta e Luisa Albanella, l’eurodeputata Michela Giuffrida, i consiglieri regionali Luca Sammartino, Valeria Sudano, Gianfranco Vullo e Concetta Raia. In platea c’è anche l’assessore regionale Bruno Marziano (sostenitore del No al referendum che desta curiosità tra i cronisti), il braccio destro di Rosario Crocetta, Giuseppe Caudo, il segretario della Uil Fortunato Parisi e il numero uno della Cgil etnea Giacomo Rota (che pure nei giorni scorsi aveva polemizzato con il Rettore dicendo anche di non essere stato invitato all’inaugurazione).

In prima fila, neanche a dirlo, siede l’uomo forte di Renzi in Sicilia: il sottosegretario Davide Faraone. “Abbiamo completato quest’opera che nei suoi ventimila metri quadrati ospita laboratori d’avanguardia: oggi ricade su di noi la responsabilità di creare valore per questo importante finanziamento pubblico”, esordisce Giacomo Pignataro in riferimento alla Torre dedicata all’ex Rettore Ferdinando Latteri. La sfida è fare ricerca d’avanguardia e contribuire “all’inversione di rotta del territorio in termini di crescita”: l’ingrediente segreto è lo sviluppo tecnologico e sociale, l’amalgama sono le risorse umane. Il Rettore Giacomo Pignataro non nasconde la sinergia con il governo nazionale, un’intesa che nasce “dall’aumento dei finanziamenti”, dopo anni passati a stringere la cinghia, all’avere “ricollocato l’Università nell’agenda politica del paese”.

Il sindaco Enzo Bianco non è da meno nel sottolineare i meriti del governo. Bianco sciorina cifre e investimenti, lancia una sfida che poi è il suo cavallo di battaglia: la rinascita della Etna Valley. Poi la palla passa al premier. Come promesso il tema del giorno non è il referendum costituzionale, argomento che caccerebbe tanti dei presenti in un ginepraio di polemiche, ma l’essenza della narrazione renziana a tratti evoca l’argomento tabù. Il presidente del Consiglio parla a tambur battente di “cambiamento” e di “stabilità”. Renzi batte cassa: “Presto celebreremo i mille giorni di governo, erano pochi quelli che immaginavano che avremmo avuto un orizzonte così ampio”. Grazie a questa “stabilità” muta il ruolo del paese, da problema per l’Europa a protagonista che fa battaglie su temi come immigrazione e austerità. A conti fatti, vista la road-map tracciata in aula (G7 in primis) sembra che Renzi, a prescindere dal risultato del 4 dicembre, non intenda mollare il timone.

Renzi traccia la strada da imboccare dicendo che non si tratta “di un generico invito all’ottimismo”. Per fare ripartire un Mezzogiorno che paga in modo più duro la crisi bisogna investire sul capitale umano: evitare le fughe di cervelli, puntare sull’innovazione e rendere protagonisti i territori. “L’alibi del ‘non ci sono i soldi’ non ha più cittadinanza in Italia perché abbiamo messo in modo organico risorse che c’erano affinandole in una progettazione di insieme che rende i territori protagonisti”, dice il Presidente del Consiglio. Il tono del premier è pacato mentre sgrana il rosario del “Vangelo secondo Matteo”:  “Smettiamo di giocare soltanto nella logica della rassegnazione, ma proviamo a fare vedere che le cose cambiano remando tutti nella stessa direzione”. Alla fine dell’incontro il premier si gode il suo bagno di folla e flash. Sembra un’istantanea delle altre puntate catanese, con una sola eccezione: non ci sono contestazioni. Eppure, la grandinata di polemiche è pronta a scatenarsi. I collettivi universitari, in una nota, denunciano di essere stati tenuti lontani dalla Torre Biologica. Per questo domani mattina gli studenti terranno una conferenza stampa.

 

 


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