PALERMO – E’ (ancora una volta) polemica a Palazzo delle Aquile, e stavolta il motivo è costituito dalla possibile scelta di consulenti esterni per la sicurezza. A sollevare il caso il consigliere del Pd Rosario Filoramo, che punta il dito contro l’eventualità che i dirigenti di piazza Pretoria spendano fior di quattrini per i nuovi Rspp.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di spiegare una vicenda che semplice non è. La legge, infatti, prevede che il datore di lavoro individui un “Responsabile del servizio di prevenzione e protezione”, ovvero una figura preparata e adeguatamente formata cui demandare il compito di coordinare le attività di protezione e prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro, cui tocca per esempio realizzare il Documento di valutazione dei rischi. Una figura importante, oltre che obbligatoria, ma di cui il comune di Palermo è al momento sprovvisto.
Finora, infatti, l’unico Rspp del Comune era un dirigente, coadiuvato da un’adeguata struttura, ma che da qualche mese è in malattia ed è peraltro ormai prossimo alla pensione. Inoltre, se fino al 2011 il datore di lavoro era il solo direttore generale del Comune, dal commissariamento Latella il compito è passato ai capiarea e, al netto di qualcuno che si è rifiutato perché non dotato dell’autonomia di spesa prevista e che quindi ha rimesso il mandato al sindaco, sono loro a dover individuare gli Rspp. Ma da quando l’unico responsabile è in malattia, il Comune non è più in regola tanto che un dirigente ha recentemente subito anche una salata sanzione dal Nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro, anche perché i dipendenti non sarebbero in regola con i corsi obbligatori sulla sicurezza.
Ogni capoarea, quindi, deve individuare un Rspp per legge e così lo Sviluppo organizzativo ha invitato i dirigenti a rivolgersi alla Consip per affidarsi ad esterni, visto che una ricognizione interna dell’Ufficio di gabinetto non ha prodotto risultati. Sta di fatto, però, che assumere consulenti esterni (sebbene tramite Consip) costi e anche parecchio, nonostante al Comune ci siano numerosi Aspp (Addetti al servizio di prevenzione e protezione) che coadiuvano gli Rspp ma che non sono tali perché privi di un corso su tre. “L’Amministrazione non perda altro tempo – dice Filoramo – e individui tra i propri tecnici i soggetti più idonei a svolgere tale funzione, anche attraverso la necessaria formazione che oggi è accessibile a un costo non superiore a 350 euro per soggetto consentendo loro così di affiancare i 17 capiarea dell’amministrazione comunale. Resta ben inteso che tale incarico dovrà presupporre un beneficio economico, in tal modo valorizziamo e gratifichiamo i nostri dipendenti e risparmiamo qualche centinaia di migliaia di euro”. Il costo dell’esternalizzazione del servizio, infatti, per Filoramo si aggirerebbe intorno al mezzo milione di euro (30mila euro a consulente circa l’anno) e non garantirebbe la formazione di responsabili interni che costerebbero meno (350 euro a testa) e sarebbero permanenti, contro invece consulenze esterne da rinnovare di volta in volta.
Ogni capoarea ha ricevuto un preventivo dalla ditta della Consip (un’azienda romana specializzata in prevenzione e sicurezza dai rischi nei luoghi di lavoro) sia per i corsi di formazione dei dipendenti che per gli Rspp e adesso dovrà decidere cosa fare. “L’amministrazione pensi bene a quello che fa – dice Giulio Tantillo di Forza Italia – prima di spendere oltre 600mila euro, il Comune rifletta bene e valuti tutte le possibilità del caso. Mi chiedo se in questi casi non spetti al Segretario generale intervenire“.