Operazione Ghost, 33 arresti |Duro colpo al clan Santapaola - Live Sicilia

Operazione Ghost, 33 arresti |Duro colpo al clan Santapaola

Nella foto un momento della conferenza stampa

Al vertice dell'organizzazione Benedetto Cocimano, detentore della "cassa comune" del clan. Gli indagati sono accusati di associazione di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsioni, reati in materia di armi ed intestazione fittizia di beni. Due persone risultano latitanti. LE FOTO DEGLI ARRESTATI

BLITZ DELLA SQUADRA MOBILE
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Benedetto Cocimano

CATANIA – Non usava il cellulare, non dormiva mai nella stessa casa e incontrava i suoi sodali di persona. Voleva trasformarsi in un fantasma per riuscire a depistare i controlli di polizia giudiziaria. “L’uomo invisibile” però era diventato “ben visibile” alla Squadra Mobile di Catania: altri non era che Benedetto Orazio Cocimano, storico reggente della famiglia Santapaola Ercolano all’epoca delle contestazioni (dal 2009 al 2011) e, secondo gli investigatori, il gestore e detentore della “cassa degli stipendi” della cosca. Da questo suo “depistaggio” prende il nome l’operazione Ghost eseguita oggi dalla Mobile sotto il coordinamento della Dda di Catania, diretta da Giovanni Salvi. “Per capire lo spessore criminale di Cocimano – ha detto il procuratore in conferenza stampa – ricordo che è imputato per il processo dell’omicidio Ilardo, ucciso nel 1996″.

33 sono le persone raggiunte dall’ordinanza (5 sono ai domiciliari), 2 risultano irreperibili (LEGGI QUI). Tra i ricercati un uomo che risulta scomparso dal 2011: è una presunta vittima di lupara bianca.

La gestione del traffico di droga è al centro di questa retata della Dda, a cui hanno lavorato i pm Jole Boscarino e Rocco Liguori. Le roccaforti dello stupefacente erano collocate a San Cristoforo e al Villaggio Sant’Agata. E’ un periodo storico cruciale per cosa nostra catanese il 2009. Si stava costruendo un nuovo organigramma e Cocimano era diventato un uomo di rilievo, o meglio era entrato di diritto nel vertice operativo dell’organizzazione dei Santapaola. Nello stesso arco temporale – come emerge anche dall’inchiesta Stella Polare – si assiste all’ascesa dei fratelli Nizza. Si costituisce così il braccio operativo che doveva contrapporsi nel traffico di stupefacenti ai leoni dei Cappello per le piazze di spaccio a San Cristoforo.

Cocimano, l’uomo fantasma, è intercettato. Dal monitoraggio delle attività del gruppo della Civita (storicamente controllato dai Mirabile e da Carmelo Puglisi) emerge che Cocimano, Orazio Magrì e Daniele Nizza erano soliti “riunirsi” in piazza Cutelli. Con autorizzazione della procura la polizia installa delle telecamere e questi “appuntamenti” sono registrati. Un impianto probatorio che porta il 5 dicembre 2011 all’arresto di Cocimano con l’accusa di estorsione aggravata. Quello stralcio fa parte dell’indagine che ha portato all’ordinanza eseguita oggi.

Cocimano – secondo le ricostruzioni dell’accusa –  aveva costretto il titolare di un’impresa edile catanese al pagamento, sin dal 2009, di somme che andavano dai 2.000 ai  5.000 euro. Cocimano, inoltre, si sarebbe inserito nel tessuto economico imprenditoriale attraverso il collaudato meccanismo dei prestanome. Aveva predisposto – secondo la Procura – l’intestazione fittizia di due società del settore edile, la P.M.L. Costruzioni s.r.l.” e la “AL.CO. Costruzioni s.r.l.”, entrambi aventi sede legale a Catania, intestate a Antonio Alfio Carmelo Musumeci e Antonio Alessandro Musumeci. Le due aziende sono state sequestrate come provvedimento preventivo.

Dalle intercettazioni emerge che il gruppo della Civita era piuttosto operativo nel racket delle estorsioni. Ignazio Cavallaro e Massimiliano Alessi – ad esempio – sono arrestati nel 2010 in flagranza: erano i taglieggiatori del titolare di un distributore di carburanti di Nesima, che era costretto a versare un pizzo mensile di 200 euro. Le estorsioni scoperte, e confermate dalle vittime, sono molteplici.

Tornando al traffico di droga, l’organigramma ricostruito dagli inquirenti mette ai vertici Rosario Lombardo e Daniele Nizza,. I due avevano messo su una fiorente attività di spaccio di cocaina, marijuana e hashish. La piazza di San Cristoforo ricadeva nel quadrilatero compreso tra le vie Villa Scabrosa – Stella Polare – Playa – Del Principe e l’altra in via Alogna. Quella del Villaggio Sant’Agata (via Zia Lisa) era affidata a Lombardo, che aveva come fidati collaboratori Giuseppe Boncaldo e Davide Salvatore Licciardello.

La gestione era “manageriale”. Le inchieste delle ultime settimane sono chiare in questo senso. In questa “azienda” si era soliti fare un breafing pomeridiano  tra Lombardo, i pusher e le vedette prima di aprire i battenti del supermarket dello spaccio. L’apertura era prevista per le 20. Lo stoccaggio – come da disposizioni del Lombardo- doveva avvenire lontano dalle piazze di spaccio, questo per evitare perdite di stupefacenti a causa dei sequestri della polizia.

Durante le indagini (dal 2009 al 2011) sono scattati diversi arresti e sequestri di droga in alcuni centri di stoccaggio individuati in due abitazioni ubicati in via Osservatorio e in via Fossa della Creta. Il 17 dicembre 2010, in via Osservatorio, gli agenti sequestrarono due panetti di cocaina del peso di 1 chilo ciascuno, 10 ovuli da 10 grammi  di cocaina, 900 grammi di marijuana, 1 mitraglietta Skorpion con matricola abrasa con caricatore e 30 cartucce cal.7,65. In quell’occasione i poliziotti arrestavano Antonino Marletta, mentre in via Fossa Creta, abitazione della madre, Giovanna La Mattina, gli investigatori trovarono e sequestrano mezzo chilo di “erba”.

Questa notte, nel corso della retata, sempre a casa di Giovanna La Mattina sono stati scovati e sequestrati un chilo e trecento grammi di marijuana.



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