PALERMO – “Come richiesto dal Ministero della Salute, con nota trasmessa lo scorso dicembre, ho adottato questa mattina il decreto sulla programmazione della Rete ospedaliera della Regione”. Lo annuncia su Facebook l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza.
L’annuncio di Razza
“Il documento, esattamente come avvenuto in previsione della rete approvata nel maggio del 2017, recepisce, con un cronoprogramma, le richieste formulate dal Ministero in relazione alla riduzione delle unità complesse, secondo la previsione di rete, nonché sulla rete emergenziale e sui punti nascita. Con riferimento a questi ultimi, avendo il tavolo tecnico rimandato al Comitato del percorso nascita nazionale, lo stesso Comitato si è pronunciato il 18 dicembre 2018 concedendo alla nostra Regione una ulteriore deroga, con verifica da attuare a sei mesi e poi ad un anno”.
Razza aggiunge: “Alcune indiscrezioni di stampa, riportate nei giorni scorsi, hanno probabilmente indotto il ministro Grillo a ritenere che la Regione potesse eludere il parere trasmesso. Non è così, come da me dichiarato già nei giorni scorsi, e non potrebbe mai esserlo: siamo stati educati alla cultura delle istituzioni e riteniamo che la collaborazione con il Ministero, fino ad oggi proficua, sia posta nell’interesse esclusivo dei cittadini, che tutti riteniamo imprescindibile. La prossima settimana, il 23 febbraio, vorrò incontrare le parti sociali per proseguire nel dialogo avviato e per iniziare ad affrontare i criteri per la redazione dei nuovi atti aziendali”.
La polemica del ministro
Razza interviene così dopo le dichiarazioni del ministro della Salute, la siciliana Giulia Grillo. “Apprendo dalla stampa – aveva scritto Grillo – che la Regione Siciliana avrebbe ottenuto da questo ministero e dal ministero dell’Economia un via libera incondizionato al Piano ospedaliero presentato dall’assessore alla Salute, Ruggero Razza, in attuazione del DM 70 (il cosiddetto decreto Balduzzi, ndr). Mi spiace non confermare queste notizie”. Grillo, parlando di “baldanzosi annunci” del governo regionale, aggiungeva: “Il nostro parere positivo è condizionato all’adempimento di una serie di azioni fondamentali che riguardano per esempio i pronto soccorso, i punti nascita e la rete dell’emergenza territoriale, senza le quali non può esserci alcun via libera, perché sono condizione fondamentale per la qualità del servizio e la sicurezza delle cure per i cittadini. Non parliamo di dettagli ma di sostanza”.
Il cronoprogramma
Il piano adottato dall’assessore e firmato da Razza e dal dirigente generale Mario La Rocca, prevede come richiesto da Roma dei cronoprogrammi dettagliati per aderire alle osservazioni mosse da Roma allo schema di rete ospedaliera proposto dalla Regione. Per quanto riguarda le unità operative, quelle in eccesso rispetto agli standard sono 168. Una trentina sono state già “rinfuzionalizzate” entro il primo step del 31 agosto scorso. Ne restano 138. Si interverrà su altre 11 entro il 31 marzo di quest’anno, 25 entro il 30 giugno, 44 entro il 31 dicembre di quest’anno, e 58 entro il giugno del 2020. Gli interventi numericamente più consistenti si avranno sui reparti di oculistica, neonatologia e di recupero e riabilitazione funzionale. Quali unità chiuderanno? Lo si saprà valutando i fati di produzione delle unità del 2018. Saranno chiuse le meno performanti, in ragione dei criteri già individuati (tasso di occupazione dei posti letto, peso medio delle prestazioni e indice di inappropriatezza delle prestazioni). La Regione, inoltre, si impegna a chiudere alcuni Pte (presidi territoriali d’emergenza), otto al 31 dicembre 2019, e una quindicina a giugno 2020. L’altra osservazione più significativa mossa da Roma riguarda i punti nascita. Il 2019 sarà l’ultimo anno di deroghe. Alla fine dell’anno si procederà al monitoraggio dei parti e i punti con meno di 500 nascite dovranno essere chiusi.