CATANIA – Nell’ambito dell’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel ciclo dei rifuti, i giudici della quinta sezione penale hanno respinto anche la richiesta di arresto per l’ex sindaco di Mascali Filippo Monforte, accusato di corruzione aggravata per atto contrario ai doveri d’ufficio. Secondo l’impianto accusatorio l’ex primo cittadino avrebbe pattuito con Roberto Russo, capo del personale dell’Aimeri Ambiente e ritenuto elemento di spicco del clan mafioso dei “Cintorino”, l’assunzione di alcuni soggetti in cambio dell’affidamento, con compensi superiori al dovuto, di alcuni interventi di rimozione di micro discariche alla cooperativa Alkantara 2001, gestita dallo stesso Russo.
Ma “il Collegio” – si legge nel provvedimento – “ritiene che il compendio indiziario non abbia evidenziato gravi indizi del delitto contestato”. Per i giudici del riesame le indagini non avrebbero sufficientemente dimostrato né l’avvenuta assunzione tramite Russo dei “quattro amici” indicati da Monforte né il collegamento tra la richiesta del primo cittadino e il successivo affidamento del servizio di bonifica all’Alkantara 2001. Pur ritenendo “fondata la tesi accusatoria – si legge ancora nel provvedimento – secondo la quale l’atto amministrativo di affidamento alla cooperativa Alkantara 2001 costituisca un atto contrario ai doveri di ufficio nella misura in cui esso viola i principi di buon andamento della pubblica amministrazione” non sarebbero stati riscontrati legami tra quell’atto e le richieste di Monforte a Russo.
“Sono soddisfatto della decisione del Tribunale del riesame – ha detto a LiveSiciliaCatania Filippo Monforte – che ha rigettato, come il Gip precedentemente, l’appello presentato dalla Procura. Non ho fatto altro che fare una telefonata chiedendo al signor Russo, che era il punto di riferimento della ditta Aimeri per tutti i comuni dell’Ato Ct1, la pulizia delle caditoie otturate e la possibilità di far lavorare alcune persone che ne avevano bisogno. Poi si sono scoperte altre cose sul conto di Russo ma noi amministratori non ne sapevamo nulla. Ho fatto solo quello che un sindaco ha il dovere di fare e cioè chiedere un aiuto per i suoi concittadini. Ho sempre avuto fiducia nella magistratura – conclude Monforte – e questo provvedimento dimostra che era ben riposta”