PALERMO – Una esclusione basata su una motivazione “pretestuosa e strumentale” e che renderebbe “illegittime” le ‘Regionarie’ del Movimento cinque stelle che pochi giorni fa hanno incoronato Giancarlo Cancelleri come candidato governatore per le elezioni del 5 novembre. Secondo la difesa di Mauro Giulivi, l’attivista pentastellato escluso dalla selezione dei settanta candidati all’Assemblea regionale siciliana, non ci sono dubbi: quel provvedimento disciplinare affibbiato al compagno della deputata M5s Chiara Di Benedetto e legato alle ‘Comunarie’ di Palermo di pochi mesi fa, non avrebbe solide basi e sarebbe solo “un espediente” per impedire a Giulivi di scendere in campo alle elezioni regionali. Quella esclusione sarebbe “illegittima” e di conseguenza lo sarebbero anche le votazioni online del 4 e del 9 luglio, che hanno rappresentato il primo e il secondo turno delle primarie M5s per la scelta dei candidati all’Ars e del candidato governatore.
Da qui la decisione di presentare una richiesta di impugnazione al tribunale di Palermo per sospendere l’efficacia della votazione avvenuta sulla piattaforma Rousseau. Una mossa attuata attraverso l’avvocato Lorenzo Borrè, con studio legale a Roma. Si tratta dello stesso avvocato che è stato al fianco della ex candidata M5s alle Comunali di Genova, Marika Cassimantis, e che in passato ha presentato 31 ricorsi contro altrettante espulsioni dal movimento: “Tutti quei provvedimenti sono stati sospesi”, spiega il legale che ha presentato la richiesta di impugnazione delle votazioni online del 4 luglio.
L’esclusione di Giulivi, da tempo critico con alcune decisioni del movimento, affonda le sue radici nelle ‘Comunarie’ di primavera, da cui emerse la candidatura a sindaco di Ugo Forello. In quell’occasione fu chiesto all’attivista iscritto al meet-up ‘Il Grillo di Palermo’, tra i più votati nella selezione online per Sala delle Lapidi, di firmare un codice comportamentale necessario per potere andare in lista con i Cinquestelle. “Con un preavviso di due ore e 30 minuti mi è stato chiesto di recarmi presso una fantomatica sede e firmare un documento mai letto prima, indispensabile per confermare la mia candidatura”, raccontò Giulivi lanciando accuse pesantissime ai vertici pentastellati. “Mi dispiace che lo staff di Beppe Grillo, che dovrebbe tutelare il regolare svolgimento della selezione/formazione delle liste del M5S, si sia prestato, in accordo con chi ha gestito le comunarie palermitane, a questo triste giochetto per impedirmi di rappresentare il M5s alle prossime elezioni comunali”. Il 23 maggio lo staff invia a Giulivi una richiesta di “chiarimento” sulla mancata firma del codice comportamentale: sette giorni dopo la risposta dell’attivista, che sottolinea “l’esiguo preavviso” dell’invito e il fatto che non era stato possibile leggere preventivamente il codice deontologico prima dell’eventuale firma.
La vicenda delle Comunali sfocia in un provvedimento disciplinare per Giulivi, con tanto di procedimento in corso davanti al Collegio dei Probiviri del movimento. Il diretto interessato viene a conoscenza del procedimento soltanto il 29 giugno, dopo aver presentato la sua candidatura alle ‘Regionarie’, quando lo staff gli segnala la sua esclusione dall’elenco dei partecipanti alla corsa a Palazzo dei Normanni proprio in virtù di quel provvedimento nei suoi confronti che fa “venire meno” uno dei requisiti per la candidatura. “Sono stato escluso dalle regionarie con la motivazione della pendenza di un procedimento disciplinare di cui non ho mai avuto contezza in precedenza e relativo a fatti che non è realisticamente possibile far rientrare nel novero degli illeciti disciplinari”, racconta oggi Giulivi, che chiede anche la sospensione del procedimento disciplinare perché “illegittimo” e basato su una motivazione “priva di fondamento”. Parole che si aggiungono a quelle di Borrè: “Giulivi è uno degli attivisti storici del movimento e ha un certo seguito – dice -. E’ singolare che sia stato escluso sia dalle ‘Comunarie’ che dalle ‘Regionarie'”.
Ma c’è di più. Secondo il legale di Giulivi esisterebbe anche una “carenza di poteri” nel famoso ‘staff’ che invia le comunicazioni agli attivisti del movimento. Un organismo “non previsto” dallo Statuto dei Cinquestelle e che quindi non avrebbe alcun potere di escludere i candidati alle primarie online su Rousseau. “Credo fortemente nella legalità, principio a cui il M5s si è sempre ispirato distinguendosi in passato dagli altri partiti – oggi Giulivi -. La mia è stata un’esclusione illegittima, l’ho segnalata per tempo al movimento per le vie brevi ma con esito negativo e sono stato, quindi, costretto a rivolgermi alla giustizia. Spero così che si possa rimediare ad una vera e propria violazione del codice civile e dei miei diritti”. E infine: “Attendo quindi che venga riconosciuta tale palese ingiustizia e che si ripetano le votazioni online, questa volta senza discriminazione alcuna, perché noi del m5s siamo diversi, siamo trasparenti e perché ‘uno vale uno'”.