Rifiuti e discariche, Di Guardo: |"O risolve il Pd o lo farà il M5S" - Live Sicilia

Rifiuti e discariche, Di Guardo: |”O risolve il Pd o lo farà il M5S”

Il grande impianto tra Misterbianco è Mota Sant'Anastasia, al centro del dibattito "regionale" di ieri.

Festa dell'unità
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CATANIA – Chiudere le discariche. Questa l’istanza emersa ieri sera, nel corso dell’ncontro “regionale” della festa dell’Unità sulle emergenze siciliane, di cui lo smaltimento della spazzatura rappresenta l’esempio puù eclatamte. E urgente a risolvere. Su questo hanno convenuto tutti, dai politici, sindaco di Misterbianco in testa, ai deputati regionali, Mariella Maggio, presidente della quarta commissione, Territorio ai rappresentanti delle associazioni, che hanno animato la seconda parte della serata di ieri della festa del Pd.  Ma a chiedere di chiudere, una volta per tutte, le fabbriche di gas “di cui ne abbiamo pieni i polmoni”, si legge nelle magliette dei rappresentanti dei comitati No discarica, sono proprio i cittadini, i cui interventi hanno interrotto più volte il dibattito, ma lo hanno anche animato, reso reale oltre le parole. Perché di più non è venuto fuori.

Una fotografia, terribile, di una situazione che va risolta e che rappresenta una delle sfide più importanti di un governo e di un presidente che, se volesse come ha detto, ripresentarsi alle elezioni, va affrontata e vinta. “Se non lo fa il Pd nel prossimo anno – dice secco il sindaco di Misterbianco, Nino Di Guardo – lo faranno i 5 stelle”. Il primo cittadino parla del suo territorio, ammorbato da decenni dalla presenza di uno degli impianti più grandi della Sicilia, la cui vita è stata prorogata più volte in spregio alle normative, e i cui fumi rendono la vita impossibile ai cittadini delle comunità di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia. Spiega cosa significa vivere a pochi metri da una vera e propria pattumiera enorme, che significa per due comunità non poter aprire le finestre, non poter respirare, se non i fetori, non vivere, da decenni, o farlo con la costante paura di ammalarsi. Delle mancate risposte del governo e della necessità di mettere fine a uno stato di cose che “non può più essere tollerato- ribadisce. Cosa dobbiamo fare per parlare con le nostre istituzioni – si chiede Di Guardo – per parlare, con il mio presidente che è pure del mio partito? Non si può parlare e non fare”.

Sui danni, certificati, che comporta vivere al fianco di una discarica e sul comportamento del Pd, si sofferma Antonio Caruso, segretario del circolo del Pd di Motta Sant’Anastasia. “Il mio partito – dice – su questo argomento fa orecchie da mercante”. Delle iniziative intraprese dall’Ars e della necessità di un cambiamento culturale, la deputata all’Ars Mariella Maggio, contestata dai numerosi No discarica presenti in platea per l’immobilismo dell’assemblea rispetto a una situazione poco trasparente dal punto di vista gestionale e su cui anche la magistratura è intervenuta. Ma l’attesa è tutta per Salvo Cocina, commissario regionale per i rifiuti. Spetta a lui il compito di rappresentare il governo, in assenza dell’Assessore Contrafatto.

“Oggi abbiamo sfiorato una nuova emergenza – afferma Cocina. Questo significa che è stato fatto poco. Ma le azioni concrete devono metterle in atto i comuni. Perché non si fa la differenziata? – domanda ancora il commissario – a chi fa comodo? Perché molti sindaci preferiscono vivere di proroghe e affidare il servizio in maniera diretta alle ditte private con i cassonetti. Altri hanno preferito cambiare pagina e ci sono riusciti. Insomma c’è un blocco di potere che si accontenta di sguazzare nel basso”.

Uno “specchio della società”, una situazione aggravata dalle lungaggini burocratiche, in particolare dell’Urega per le gare d’appalto, e del fatto che l’unica soluzione sia” rispettare le regole e fare funzionare il sistema. La pubblica amministrazione non ce la fa – continua Cocina. Dobbiamo coinvolgere tutti, il terzo settore, i volontari, i portatori di interesse. Mancano i controlli, manca il sistema di premialità. Non vedo altra soluzione se non la differenziata; l’altra è il fuoco – conclude – ma io ritengo sia una scelta sbagliata”. 

L’incontro, moderato dal giornalista di Repubblica Antonio Fraschilla, prosegue con altri interventi, tra cui quello di Gianfranco Zanna di Legambiente, ma termina lasciando tante domande senza risposta e la sensazione che l’emergenza rifiuti non sia proprio superata.


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