PALERMO – Il Movimento5stelle si schiera contro la riforma delle Province proposta dalla maggioranza che sta prendendo piede all’Ars. Al margine della commissione di Bilancio, i deputati regionali Nuccio Di Paola e Martina Ardizzone hanno detto che “l’accelerazione della maggioranza è un atto irresponsabile che rischia di trasformarsi in un boomerang che danneggia le economie della Regione e a cascata, quelle dei Comuni e dei cittadini”.
“Voteremo ‘no’ a Sala d’Ercole”
La riforma per la reintroduzione delle Province in Sicilia con l’elezione diretta del presidente, che è stata approvata in commissione Affari costituzionali in dicembre, provocherebbe innanzitutto dei problemi economici per i 5stelle: “Il solo costo per l’indizione delle elezioni è di 5 milioni di euro – hanno spiegato Di Paola e Ardizzone – senza contare l’incostituzionalità di una norma che è incompatibile con la legge nazionale Del Rio ancora pienamente in vigore. Noi voteremo in maniera convintamente contraria a Sala d’Ercole”.
“C’è il dato non indifferente dei costi di questa scellerata mossa – hanno aggiunto – la sola indizione costerebbe infatti 5 milioni di euro per le casse regionali. Il disegno di legge del centrodestra prevede inoltre un costo di oltre 2 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2024 e di quasi 12 milioni per i due anni a seguire. C’è poi il costo per le poltrone: Infatti i gettoni di presenza di Giunta e Consiglio provinciali, sempre secondo questo disegno di legge scellerato, sarebbe spalmato sulle casse delle province che oggi, come purtroppo ben sanno i cittadini, non riescono persino a mantenere servizi ordinari, quali strade e scuole”.
“La Regione Siciliana non può e non deve permettersi di correre questo azzardo, se non prima aver il via libera dal governo nazionale che dovrebbe anche contribuire al funzionamento delle rinate province regionali. Al momento si tratta di un disegno di legge scellerato e irresponsabile da parte dei partiti di maggioranza che sostengono un governo della Restaurazione di poltrone e gettoni”, hanno concluso Di Paola e Ardizzone.