RIPOSTO – Si trova ancora ricoverato all’ospedale Santa Marta e Santa Venera di Acireale il 41enne ripostese Orazio Vincenzo Alfonso, trasferito ieri pomeriggio, intorno alle 14 e 30, dal nosocomio giarrese dove è giunto con una ferita all’addome che i medici, in prima battuta, hanno definito nel referto da arma da fuoco. Solo successivamente si è appurato che si trattava di un proiettile ad aria compressa. Un primo dubbio era sopravvenuto a causa dell’assenza del cosiddetto orletto ecchimotico, quell’alone scuro che circonda il foro d’ingresso sulla pelle. Le analisi compiute successivamente dai carabinieri, che hanno sottoposto a sequestro il proiettile estratto, lo hanno confermato. La vittima ieri pomeriggio è stata comunque sottoposta ad un intervento chirurgico di quattro ore poiché avrebbe subito la perforazione dell’intestino. Non sarebbe tuttavia in pericolo di vita.
L’uomo, poco dopo la sparatoria, è stato sentito dai carabinieri della Compagnia di Giarre che indagano sul grave episodio. Ma il 41enne si sarebbe rifiutato di indicare il responsabile e di rispondere alle altre domande degli investigatori. Non è ancora chiaro dove sia avvenuto l’agguato e chi abbia accompagnato l’uomo all’ospedale Sant’Isidoro di Giarre.
Orazio Vincenzo Alfonso, nell’agosto del 2015, si era reso responsabile di una grave aggressione al porto di Riposto, aggredendo con una mazza un 45enne. Arrestato per tentato omicidio, l’accusa era poi stata derubricata in lesioni.
La prima pista vagliata dagli investigatori ieri è stata quella dei rapporti di vicinato. La vittima, infatti, da anni vivrebbe tensioni con il proprio vicino, più volte denunciato da Alfonso tramite il proprio legale Marisa Ventura. L’uomo ieri sarebbe stato convocato in caserma e sentito. Ma al momento i carabinieri non escluderebbero anche altre ipotesi.
