PALERMO – Quasi 37 milioni di euro che si aggiungono ai 20,5 già stanziati, per un totale di 57,7 milioni di lavori da completare da qui al 2021 per mettere in sicurezza i monti che circondano la città. Sono queste le somme che il Patto per Palermo, firmato dal sindaco Orlando e dal presidente del Consiglio dimissionario Matteo Renzi, destina al rischio idrogeologico del capoluogo siciliano.
I cantieri, in realtà, sono in parte già in corso ma l’intervento più grande, ancora da iniziare, è quello da 30 milioni che riguarderà monte Pellegrino e in particolare la parte che dà sul mare da cui, tanto per fare un esempio, nel dicembre 2014 si è staccato un masso e che è stata danneggiata dagli incendi di questa estate. Una zona altamente pericolosa che comprende anche il parco archeologico delle grotte dell’Addaura, non fruibile ormai da decenni, che grazie ad alcuni interventi concordati con la Sovrintendenza, per mettere a punto tecniche ingegneristiche compatibili con le grotte, consentirà di rendere il sito nuovamente visitabile.
Il tutto rientra in un quadro più ampio di interventi, voluti da Palazzo delle Aquile specie dopo che in questi ultimi anni si sono verificati numerosi distacchi di massi. Le montagne che circondano la città, infatti, sono giganti dai piedi di argilla e i quartieri nati a ridosso dei rilievi sono costantemente a rischio. Un’emergenza a cui difficilmente i singoli comuni possono far fronte, senza fondi statali e regionali. Il Pai, ossia il Piano per l’assetto idrogeologico stilato dalla Regione nel 2007, classifica le zone sotto le montagne come “R4”, ossia lo scalino più alto del pericolo, in cui c’è il rischio di perdere vite umane.
In particolare 1,7 milioni serviranno per il consolidamento e la messa in sicurezza del costone roccioso di monte Gallo che sovrasta Mondello, con 80 mila euro da spendere nel 2017, 150 mila nel 2018, 1,3 milioni nel 2019 e 235 mila euro nel 2020. Oltre 900 mila euro saranno utilizzati per la protezione dell’area della colonia estiva e di viale Diana dalla caduta di massi che potrebbero staccarsi da monte Pellegrino, di cui 800 mila euro da spendere nel 2017 e il resto nel 2018. Con 3,7 milioni si assicurerà la mitigazione del rischio crollo sopra Boccadifalco, di cui 800 mila euro da investire nel 2017, 2,5 milioni nel 2018, 400 mila euro nel 2019. Il mega-progetto da 30,5 milioni, che proteggerà Vergine Maria e l’Addaura, prevede un investimento da 3.753.992,50 euro nel 2017, 8.750.000 nel 2018, 8.750.000 nel 2019, 8.750.000 nel 2020 e 541.007,50 nel 2021.
Poi ci sono gli altri interventi, per lo più in corso: quelli su monte Pellegrino nella parte che sovrasta il cimitero dei Rotoli per 8,5 milioni, di cui rimangono da spendere 1,2 milioni nel 2016 e 160 mila euro nel 2017; il primo stralcio su Capo Gallo da 2,8 milioni, di cui 2,3 milioni nel 2016 e 565 mila euro nel 2017; mitigazione del rischio in via Annone a monte Ercta con 148 mila euro nel 2016 e 45 mila nel 2017; 3,2 milioni per il primo stralcio sulla colonia estiva, di cui 500 mila euro nel 2017 e 137 mila nel 2018; 4,3 milioni per Boccadifalco (primo stralcio), di cui 1,7 milioni nel 2016, 909 mila euro nel 2017, 200 mila nel 2018. Progetti tutti inseriti in Rendis, ossia la piattaforma realizzata dal governo nazionale (mediante l’Ispra e la struttura tecnica di missione Italia Sicura che si occupa di dissesto, depurazione e scuole) in cui confluiscono tutti i progetti dedicati. Col Patto per Palermo sono stati co-finanziati gli interventi già inseriti in piattaforma e collocati nelle posizioni più alte.
“Con questi interventi non si esaurisce la messa in sicurezza della città, ma sono comunque importanti perché ci consentono di mettere a sistema le risorse – dice il vicesindaco di Palermo, Emilio Arcuri – il Comune adesso trasferirà progetti e finanziamenti al commissario ma sono previsti in futuro nuovi interventi su monte Pellegrino e sulle zone che sopra Valdesi, Cardillo, Inserra, tanto per citarne alcune”. Già, perché in base a una legge del 2014 lo Stato ha individuato nei presidenti di Regione i commissari per gli interventi sul dissesto idrogeologico e in Sicilia Crocetta ha incaricato Calogero Foti, responsabile per la Protezione Civile, di occuparsi delle gare, tra cui rientrano anche quelle del Patto per Palermo.