Riscoperta dei tesori sommersi |L’incontro con ArcheoDive - Live Sicilia

Riscoperta dei tesori sommersi |L’incontro con ArcheoDive

La conferenza ha avvicinato rappresentanti istituzionali e volontari che a vario titolo hanno contribuito in questi anni alla tutela e al recupero subacqueo dei beni archeologici.

ACICASTELLO – Due settimane di formazione, conoscenza e studio del passato, con l’idea di migliorarsi nel presente. Ultimato il primo campo-scuola tra i resti archeologici nelle acque di Acicastello, l’associazione ArcheoDive ha indetto tra le mura del Castello un incontro con enti locali e cittadini, per presentare il proprio lavoro e rendere manifesti gli obiettivi futuri. La conferenza ha avvicinato rappresentanti istituzionali e volontari che a vario titolo hanno contribuito in questi anni alla riscoperta del patrimonio storico sommerso. E il clima è stato quello d’una generale volontà di lavorare insieme.

Un momento della conferenza

Un momento della conferenza

Il Comune, nella persona dell’assessore Romeo, ha espresso soddisfazione e gratitudine per le ricerche svolte, ribadendo l’appoggio a tutte quelle iniziative che possano valorizzare il territorio. Nell’inquadrare le attività archeo-subacquee in una prospettiva di sviluppo, l’avvocato Vincenzo Reina, presidente dell’AMP “Isole dei Ciclopi” nonché appassionato subacqueo, ha acutamente definito “volano per l’economia locale” l’immersione sui siti archeologici, ricordando poi l’impegno del compianto dottor Mollica nella creazione, otto anni fa, del percorso subacqueo per non vedenti nelle acque di Capomolini.

L’iniziativa, originata dagli scavi del professor Edoardo Tortorici a metà anni ’90, è stata più approfonditamente esposta al pubblico dalla dottoressa Teresa Saitta, presente a moltissimi dei ritrovamenti avvenuti negli ultimi anni lungo il golfo. Nelle sue parole è rivissuta l’emozione dei sommozzatori che, nella primavera del 2012, hanno visto riemergere un dolium e le anfore corinzie, ora temporaneamente custodite dall’associazione “Brezza di Mare”. “I volontari dei centri immersione ci forniscono un supporto importantissimo per tutela e valorizzazione”, ha affermato la Saitta, soffermandosi quindi sul più notevole obiettivo per le prossime ricerche catanesi. Si tratta del relitto di una nave oneraria romana, che riposa intorno ai -80m di profondità; il suo carico di anfore non ha mancato di sollevare alcuni interrogativi tra gli studiosi.

Reduce dalla direzione del campo-scuola, il dottor Francesco Carrera ha quindi proseguito riferendo i ritrovamenti degli ultimi giorni proprio sotto la rocca di Acicastello: “Molto è stato spogliato a bassa quota, ma ad un occhio tecnico (che però non è difficile acquisire) tantissimi dettagli possono ancora svelarsi”, ha affermato Carrera, nella convinzione che l’archeologia sia non già una materia accademica, ma un mezzo col quale chiunque possa accedere alla propria memoria storica. “Ci avevano detto che non c’era niente; invece abbiamo trovato varie ancore databili ai secoli XIV-XIX, oltre a reperti di secoli precedenti, e poi alcune palle di cannone in pietra”. Si tratta dei primissimi proiettili nella storia delle armi da fuoco europee, posti accanto a grossi massi sferici coi quali si caricavano le catapulte. In questo caso si potrebbe risalire ad un assedio di metà 1300, durante le guerre del Vespro. Palpabile l’entusiasmo dell’archeologo genovese, intenzionato a proseguire i lavori di mappatura e divulgazione.

L’intervento del dottor Roberto La Rocca, responsabile provinciale della soprintendenza del Mare, ha ampliato all’intero territorio siciliano il racconto di tante altre scoperte. Tra queste i relitti in alto fondale (-90/-135 m) al largo di Lipari, indagati mediante minisommergibili e sommozzatori equipaggiati con apparati a circuito chiuso. Ma anche i dodici rostri recuperati tra Levanzo e Marettimo, residuati della battaglia delle Egadi, che concluse la prima guerra punica: “Prima di questi, esistevano scarsissime testimonianze di rostri antichi”, ha spiegato La Rocca, ribadendo soprattutto il ruolo delle comunità locali come principali attori nella conservazione del patrimonio storico. Nelle parole del tenente di vascello Giuseppe Simeone si evince la conferma dell’appoggio, nonché dell’amicizia, che già da alcuni anni unisce soprintendenza e Guardia Costiera in un rapporto di stretta sinergia.

Il comandante del nucleo sommozzatori ha ribadito la volontà, tanto personale quanto istituzionale, di cooperare alle ricerche che seguiranno. La serata si è conclusa con un breve ricordo di Marcello Guarnaccia, giornalista e fotoreporter subacqueo catanese, profondamente legato alla storia del territorio. Un centinaio di persone si è avvicendato tra le mura: non potevano mancare singoli e gruppi della subacquea locale. In questa prima fase, tra scuole e centri immersioni, oltre alla già citata Brezza di Mare si sono distinti Oceanomare, DNA Shock, Sport Sub Ciclope e Magna Graecia Outdoors (questa sul versante calabro); ma è certo che ogni sbocco sul mare, come ogni compagine di appassionati, potrà arrecare un beneficio alla conoscenza ed alla cura di questi luoghi dalle possibilità pressoché illimitate.

 

 


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