Riscossione, Musumeci: "Io |bersaglio dei mafiosi dell'antimafia" - Live Sicilia

Riscossione, Musumeci: “Io |bersaglio dei mafiosi dell’antimafia”

Nello Musumeci al contrattacco: "I prossimi saranno i grillini". VIDEO

 

La difesa del deputato regionale
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CATANIA – Una conferenza per chiarire la propria posizione. Ma soprattutto per spiegare, alla stampa, cosa ci sarebbe sotto “la macchina del fango e della calunnia”, come la definisce lo stesso deputato. Nello Musumeci sceglie la sede catanese dell’Ars, risponde alle accuse mosse dall’amministratore unico di Riscossione Spa, Antonio Fiumefreddo e diffuse ieri in relazione a presunte “agevolazioni illegittime” da parte di personale della società  di cui è amministratore, nei confronti di politici debitori col Fisco.

Difesa e accusa nelle parole del presidente della commissione regionale Antimafia che non ci sta a essere additato come un malandrino, per una vicenda “che mi vede indirettamente coinvolto” ma per cui, afferma “non sono neppure indagato”. Due gli aspetti che rileva Musumeci, “uno tecnico amministrativo e uno politico”. “Da quello che ho letto sarei stato favorito fa alcuni dirigenti di Riscossione Sicilia – esordisce il deputato che, prima di indossare i panni del politico, resta in quelli del cittadino. Spiegando passo passo il rapporto con il fisco e con Riscossione Sicilia. “Il mio rapporto inizia nel 2009 – spiega – quando mi vengono notificate diverse ingiunzioni di pagamento dai Comuni per manifesti elettorali che attivisti e simpatizzanti andavano ad affiggere, anche dove non avrebbero dovuto. Chi deve pagare in questo caso – precisa – è il deputato interessato”. Un debito ingente, continua Musumeci. “Non potendo pagare tutto in una volte – evidenzia – come ogni cittadino vado alla Serit e chiedo la rateizzazione, che mi viene concessa per sessanta rate”. “Signor nessuno”, si definisce perché, all’epoca non ricopriva cariche pubbliche. La rate nel luglio 2009 servono a pagare un debito di 27.541 euro di cartelle, oltre quattromila di mora, 1.898 euro di compensi per Riscossione. Il debito viene estinto, afferma ancora. “La seconda richiesta rateizzazione la presento il 30 settembre 2011. Non sono deputato né sindaco, e mi viene accordata una rateizzazione per 19.370 euro. La terza rateizzazione la chiedo e mi viene concessa 7 gennaio 2016”. Il debito, in questo caso, ammonta a 31.002 euro, di cui quasi tremila di mora. “Ho cominciato a pagare regolarmente – dice ancora. Per ogni cartella, pago quasi il doppio per agio, per interessi, per mora, e poi per gli interessi sulla rateizzazione: vorrei capire dove consiste il favore che avrei ricevuto”.

Una difesa circostanziata, suffragata dalle carte che il deputato regionale mostra

Un momento della conferenza

alla stampa. Prima di passare all’accusa. “Sotto la gestione Fiumefreddo, uomo di Crocetta non potevo pretendere di essere destinatario di attenzioni particolari” – sottolinea ancora, evidenziando la “condotta assolutamente corretta e ligia del magistrato che “è stato corretto e non mi ha chiamato in causa” e quella di “Chi ha prodotto certe carte al magistrati” che “voleva arrivare a Musumeci”.

Non sembra avere dubbi rispetto alla matrice “politica” dell’attacco, anche se parla di ipotesi. E lo fa in terza persona. “L’8 gennaio 2015, Musumeci presenta una mozione con cui chiede lo scioglimento di Riscossione sicilia. Un carrozzone costoso. Tra i firmatari c’è anche D’Asero – prosegue, parlando di apprezzamento nei confronti di Fiumefreddo per il tentativo messo in atto di recuperare la vasta evasione fiscale prima di affermare: “Credo che questo sia uno dei due motivi che ha indotto il vertice della società a coinvolgere la mia persona”.

Ma sono le prossime elezioni regionali, per Musumeci, ad aver “armato” la “macchina della calunnia”. “A ottobre si vota – dice – scade il mandato di Crocetta e uno dei candidati rivali potrei essere io”. Una piccola introduzione prima che la diga si rompa. “La verità, la mia, è che in Sicilia da qualche hanno c’è un pericoloso sistema di potere politico nelle mani di quattro personaggi che in alcuni casi godono di copertura. Tra questi, c’è il presidente Crocetta che non è il regista ma il beneficiario, che continua l’esercizio del suo ruolo finalizzato a coprire quel cerchio magico”. E ancora: “Crocetta è un pezzo del sistema che si chiama mafia dell’antimafia. L’attività mafiosa si può esercitare anche senza essere cosca. Lo si può fare con i ricatti, con la calunnia e la diffamazione. Io ho provato a scardinare il sistema e sono diventato un problema e un bersaglio”. Un bersaglio per la propria condotta, afferma ancora il leader di DiventeràBellissima, preso di mira da chi “ha rinunciato a farsi giudicare dalla magistratura dopo essere stato rinviato a giudizio per una mia denuncia. Ha dovuto chiedere l’immunità parlamentare”.

Parla fuori dai denti, Musumeci, non facendo nomi ma accuse ben precise. “Non accetto che la lotta politica si debba fare con la calunnia e con la macchina del fango, utilizzando Riscossione Sicilia per riabilitare la nullità di un governatore, il peggiore forse che abbiamo mai avuto. I cortigiani di turno si sono mobilitati per attaccare – incalza, prima di avvisare i colleghi-avversari del Movimento 5 Stelle. “Nelle prossime settimane si giocherà la partita non per stanare gli evasori, ma per mettere fuori gioco gli avversari. La prossima puntata sarà riservata ai grillini. Mi accusino di tutto, di non aver sistemato i miei figli, di non essere stato mai indagato e processato – conclude – ma non si può tollerare di neutralizzare un avversario politico ricorrendo a questi mezzi. Chi si presta è altrettanto mascalzone di chi dà mandato. Chiederò al presidente dell’Ars Ardizzone, che ringrazio, di darmi spazio in aula. Dove parlerò. Non mi scoraggeranno: so cosa significa avere il fiato della mafia sul collo”.


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